La misteriosa sliding door del solare
Ride verde chi ride ultimo – La crisi climatica è questione di scelte, fatte e non ancora
Avete presente Sliding Doors, quel film in cui Gwyneth Paltrow vive due versioni alternative della sua vita, una nella quale sale sulla metro in tempo e una nella quale le si chiudono le porte in faccia? A volte mi piace pensare che anche noi stiamo vivendo la versione alternativa al mondo vero. Quello in cui le scelte fatte dalla politica cinquant’anni fa ci hanno instradato sulle fonti energetiche pulite. Quello in cui le immagini dal Rio Grande do Sul appartengono alla fantascienza, e le candele profumate alla vagina della Paltrow agli horror. Quello in cui noi ci siamo saliti, sul treno dell’azione climatica, della consapevolezza ecologica, del pianeta in cui si vive bene, sani e tutti, invece di stare qui a sbattere il muso contro le porte che si chiudono. Certo che se tenessi l’abbonamento dei mezzi a portata di mano, eviteremmo la figuraccia ogni mattina.
Ci siamo lasciati alle spalle una settimana in cui i grandi del pianeta avrebbero potuto fare delle scelte importanti ancora una volta, ma hanno preferito tergiversare ancora una volta. È successo a Ottawa, dove si è cercato (ma non si è trovato) lo stampo per forgiare un “Accordo di Parigi sull’inquinamento da plastica”, a venti anni da quando Richard Thompson coniò il termine “micro-plastiche” dopo una carriera di prese in giro nei bagni dell’Università di Plymouth. È successo a Torino, dove i ministri del G7 di Clima, Energia e Ambiente hanno dichiarato con entusiasmo la promessa di uscire dal carbone più o meno quasi intorno circa forse vediamo facciamo prossimamente oh non è che poi non ci becchiamo più eh ciao grande, ciao, ciao. Scelte per la salvezza del mondo, bloccate sulle scale mobili dietro a vecchi interessi economici che occupano tutto lo spazio disponibile. Tenetevi a destra, almeno! “Purché estrema” rispondono i politici europei. Ci credo che poi perdiamo il treno.
Quando si sono chiuse le porte della metro sulla faccia dell’umanità? Forse una delle sliding door è in queste foto. Guardatele e trovate la differenza:
Sì, in una c’è un uomo. E se oggi il mondo non è alimentato soltanto a energia solare, potrebbe essere colpa del suo rapimento.
1909, Stati Uniti. Un’azienda sta facendo parlare di sé. Si chiama Sun Electric Generator e promette di generare elettricità catturandola direttamente dal sole. Il fondatore è un misterioso inventore canadese di nome George Cove. Il suo prodotto non è ancora un pannello fotovoltaico come quelli che conosciamo oggi, tuttavia funziona su un principio simile: prendere la luce solare e tradurla in elettricità. La differenza sta nel modo in cui lo fa, e negli epiteti razzisti che usa nel mentre. Ma a quei tempi, si sa, era accettato.
Le cose vanno bene per la Sun Electric Generator, i giornali ne parlano tanto e attira l’attenzione degli investitori. Poi però succede una cosa strana. George Cove viene rapito. I rapitori gli fanno una proposta: smettere di vendere il suo generatore di energia solare e rinunciare al brevetto, in cambio di 25.000 dollari più una casa nuova. Cove rifiuta - pare non gli piacessero le mattonelle del bagno - e poco dopo viene rilasciato nello zoo del Bronx. Nella gabbia dei macachi, che dopo appena un paio d’ore con l’imprenditore offrono 25 mila dollari a chiunque se lo fosse venuto a riprendere.
Tornato tra gli umani, Cove prosegue con la sua impresa e l’azienda continua a crescere in valore arrivando a toccare in soli due anni i 5 milioni di dollari, che oggi sarebbero una cosa come 160. E pensare che un tempo con mille lire ci prendevi un litro di latte…
Passano pochi mesi e le cose prendono una brutta piega. Le vendite non decollano. Lui resta invischiato con un certo Elmer Ellsworth Burlingame, noto per avere commesso frodi finanziarie. Un suo vecchio partner lo accusa di aver inscenato il rapimento perché il pannello in realtà non funzionava. La ragazza lo molla e si mette con Burlingame, che però in cambio gli propone un investimento super sicuro in borsa, non è una frode stavolta lo giuro. Accade tutto insieme, molto all’improvviso, tanto sospetto.
Chi ha rapito George Cove?
C’è una teoria. A quei tempi il mercato dell’energia sta fiorendo e gli attori che lo popolano giocano una partita spietatissima. In particolare c’è la Standard Oil di Rockefeller che ha conquistato il monopolio del cherosene con cui si genera elettricità ovunque negli Stati Uniti. Il suo è un potere talmente grande che ha già spinto il governo a promulgare la prima legge antitrust per arginarlo, e da anni non lo invita neanche più alle pizzate perché tanto finiva che decideva lui per tutti.
Poi c’è la compagnia di Thomas Edison. Edison è senza scrupoli: per screditare la corrente alternata dei rivali Nikola Tesla e George Westinghouse, organizza un tour dimostrativo per gli Stati Uniti in cui la usa per fulminare cavalli, animali da fattoria e perfino un condannato alla pena di morte. Una strategia crudele ma efficace. Anche se lo costringe a interrompere la carriera da dog sitter.
In questo clima, è chiaro che la Sun Electric Generator sia una minaccia agli affari di gente come Edison e della Standard Oil. E la diffusione di una tecnologia capace di illuminare il mondo anche senza generatori basati sui combustibili fossili, un rischio da non correre.
Oggi non abbiamo prove del loro coinvolgimento nel rapimento e nella successiva disfatta economica di Cove. Ma come sarebbe il mondo se avesse potuto continuare a promuovere la sua tecnologia? Uno studio dell’ottobre 2023 condotto dalla dottoressa Sugandha Srivastav del dipartimento di Economia Ambientale di Oxford ha provato a indagare quella Storia alternativa. Ha applicato la Legge di Wright per calcolare l’anno in cui l’energia solare sarebbe diventata più economica del carbone se il suo sviluppo non fosse stato bloccato per quarant’anni, come invece fu dopo la vicenda Cove. Secondo le sue stime, quel momento sarebbe caduto alla fine degli anni 90, ossia venti anni prima di quando è effettivamente successo nel 2016-17.
Certo, coi se e coi ma, la storia non si fa. Ma il mistero di George Cove ci insegna che l’idea di sfruttare l’energia del sole non è mai stata una stravaganza. E soprattutto che se la nostra società sta vivendo gli impatti negativi di un secolo e mezzo di uso dei combustibili fossili, questa non è stata una via inevitabile, ma una scelta di pochi. Che oggi però possiamo correggere. Nella prossima Ottawa (Busan), nella prossima Torino (Baku), alle urne questo giugno (vai a votare).
L’importante sarà arrivare in stazione qualche minuto prima.
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Alla prossima settimana!
Mattia