Oltrepassare i limiti
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
Ciao! 👋 Questa settimana parliamo di voce e delle difficoltà di farla sentire
Qui la musica deve cambiare. Se non subito, di sicuro dopo il primo ritornello.
Lo chiede la Scienza, che settimana scorsa ci avvisava di quanto poco allineati siamo sulla traiettoria per evitare il collasso climatico. E che questa settimana ha ribadito il messaggio pubblicando un nuovo check-up della salute del pianeta. Studiando quei nove processi che fanno funzionare la vita sulla Terra e per i quali esistono limiti che non dovremmo superare, i ricercatori Richardson e colleghi hanno scoperto che invece ne abbiamo superati sei. Sei su nove, due terzi. Erano tre nel 2009, quattro nel 2015. La situazione è grave. E stiamo ancora aspettando di vedere i valori del colesterolo.
Che cambi la musica lo chiedono l’attivismo e perfino i maestri d’orchestra. In settimana il russo Vladimir Jurovskij, che stava dirigendo un concerto a Lucerna, ha concesso ad alcuni attivisti per il clima del gruppo Renovate Switzerland di irrompere sul palco e prendere parola. Ne ha approfittato per correre a fare una pipì che si teneva fin dal primo brano.
“Non potete nemmeno capire che Inno alla Gioia…” ha detto sollevato, uscendo dal bagno.
L’attivismo climatico ha fatto una simile irruzione durante la semifinale degli US Open. Un gruppo di manifestanti, questa volta Extinction Rebellion (XR), ha interrotto la partita tra Coco Gauff e Karolina Muchova. Uno degli XR sembrava si fosse incollato i piedi al pavimento, tattica tipica di queste azioni di protesta, ma da indagini successive è emerso che semplicemente non lo lavavano dai tempi di Federer. Nonostante l’interruzione abbia imposto una pausa dal match di 45 minuti, la Gauff, astro nascente del tennis che poi avrebbe vinto la competizione, ha espresso supporto per la protesta in conferenza stampa. Ha detto che momenti come questi definiscono la storia, e seppure avrebbe preferito non succedesse durante un suo match, a lei va bene così. “Se questo è quello che sentivano di dover fare per far sentire la propria voce, non posso arrabbiarmi.” Più caustica la Muchova, sua rivale sconfitta, che ha rosicato: “Non potevano incollarsi al servizio di Coco, piuttosto?”
Far sentire la propria voce. Coco lo capisce, da vera ragazza GenZ, da persona che sta crescendo nella crisi climatica. Ma per l’attivismo non è sempre facile far sentire la voce, soprattutto quando la si usa per denunciare le più grandi brutture ecologiche - e chi le perpetra. Nel 2022 sono stati uccisi attivisti e attiviste ambientali al ritmo di un giorno sì e uno no. Ditemi voi se non è comodo il lavoro del killer: sei di turno oggi e domani hai subito un riposo.
È in settimane in cui leggo notizie come questa, o succedono cose terribili come in Libia, che mi interrogo sul privilegio di parlare in sicurezza di crisi climatica e addirittura farne ciccia da umorismo. Io. Maschio. Bianco. Cis. Etero? Dipende, chi è che lo chiede? La crisi climatica è una signora d’altri tempi, di quelle che non capisce il politicamente corretto e lo schwa. Di quelle che traccia forti distinzioni: le minoranze etniche, di orientamento sessuale, le classi sociali meno abbienti, i giovanissimi e gli anziani, i malati e chi convive con disabilità, le donne perfino, tutte e tutti loro la vivono e vivranno sempre peggio di me.
“E non dimenticarti gli zingari, eh”
“Signora, certe cose non dovrebbe dirle…”
La crisi climatica riconosce i privilegi. Io, a differenza loro, avrò probabilmente le possibilità economiche per assicurarmi aria condizionata e un tetto sulla testa, e in caso di evento estremo accesso a informazioni e allarmi sempre aggiornati, supporto medico incondizionato e totale assenza di pregiudizi da parte delle autorità. Tutto questo, perché siamo sì tutti vittime del clima che cambia, vero, ma c’è vittima e vittima.
"E i musulmani.”
“Guardi sta davvero superando il limite.”
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Aumento dei prezzi al supermercato, in Italia la crisi climatica minaccia il 23% dei principali prodotti (Icona Clima). Tra siccità e alluvioni, rischiano l’estinzione anche i punti Fragola.
Il Minnesota restituirà ai nativi Dakota un parco statale teatro di una strage (LifeGate). Toccherà a loro ripulire.
Invasione di cubomeduse nel golfo di Trieste (Green&Blue). Secondo lo zoologo Ferdinando Boero sono urticanti ma non pericolose. Però Rubik avverte: “Risolverle non è semplice come sembra.”
La "formica di fuoco" presente a Siracusa già da quattro anni (RaiNews). Un’altra grande vittoria per il turismo Made in Italy.
Polmoni, sotto attacco del cambiamento climatico (Salute). Però in caso di alluvione possiamo usarli come braccioli.
Gli antichi luppoli della Germania minacciati dal cambiamento climatico (The New York Times). La freddezza del governo teutonico: “Se ci salta l’Oktoberfest, invaderemo qualcosa.”
Scuola e clima: a che punto siamo? L'educazione ambientale in classe è nelle mani dei prof (Green&Blue). Soprattutto di quella che ti odia fin da inizio anno.
Gli USA dietro più di un terzo di tutti i piani di espansione di gas e petrolio (The Guardian). Tranquilli, amici benaltristi: è ancora colpa della Cina, dobbiamo solo capire come scaricargliela addosso.
Sudata fredda:
Caldo estremo: in Europa la scorsa estate “62mila morti”. Dibattito UE sulle catastrofi (Icona Clima). Per la destra negazionista erano comunque tutti e sessantaduemila dei poco di buono.
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
Se sei nuov* qui, recupera tutte le vecchie puntate su Substack, sono disponibili gratuitamente!
Se ti fanno ridere e vuoi aiutarmi ad andare avanti, condividi questa newsletter con amici e parenti, con gli sconosciuti sugli autobus, negli spogliatoi in palestra.
Se vuoi condividere un pensiero o farmi anche solo un saluto, mi trovi su Instagram.
Insomma, ci vediamo presto!
Mattia