A scuola di inglese
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale... come se fosse uscita ieri!
Succede una cosa imbarazzante, nelle estati delle scuole medie. A giugno avevi lasciato gli amichetti che eri alto un metro e un tappo riciclato, avevi la voce di un usignolo e il futuro negli occhi. A settembre ritorni che sembra ti abbiano stirato per le braccia, chiami tutti bro e gli occhi sono fissi sulle tette delle compagne. L’usignolo se l’è mangiato una rana. Cosa sia successo in quei mesi estivi, nessuno se lo spiega.
E così per le piante. È appena iniziato settembre ma per alcune di loro sembra già metà trimestre. Lo chiamano “finto autunno”. Croccanti foglie secche ricoprono i viali e branchi di vecchietti confusi mormorano tra loro: “Ma se non ci sono più nemmeno le stagioni intere, cosa ci resta?”
Di rientro per l’anno scolastico, i ragazzi avranno la sorpresa di trovare vecchie volpi della politica che provano a maneggiare i nuovi linguaggi dei social. Se la flat tax può essere spiegata con una barzelletta sbiascicata su TikTok, potrà l’approvvigionamento di gas naturale essere raccontato con un balletto ammiccante?
È tutto più divertente, forse perché la politica italiana è impegnata in un grande gioco della sedia. Funziona così: i partiti si rincorrono girando intorno al tema della crisi energetica ripetendo ossessivamente “tetto al prezzo del gas!” e “nuove estrazioni!”, appena si interrompe la musica devono sedersi. Chi resta senza sedia, non viene eletto ma deve spararsi uno shottino di vodka alla pesca.
Per fortuna ci sono gli scienziati, che provano ad intervenire nella mancanza di una vera posizione lungimirante sulla crisi climatica. Diversi professori universitari hanno pubblicato nuovi appelli rivolti ai politici. Non sono felici gli assistenti, che dovranno smazzarsi la correzione degli scritti.
Altri scienziati hanno invece abbracciato i metodi dell’attivismo. La scienza da anni suona la sveglia sulle tante conseguenze distruttive delle crisi climatica e ambientale, ma la politica invece di premere interrompi e aprire gli occhi, schiaccia rimanda e torna a dormire. “Ancora un attimo” biascica assonnata, “altri cinque annetti.”
Anche in Inghilterra la politica climatica è in subbuglio. La Regina Elisabetta, la regina per chiunque sia nato negli ultimi 70 anni, se ne è andata. Sembrava immortale, eterna. Eppure lo aveva detto:
“Ho vissuto abbastanza a lungo da sapere che le cose non rimangono mai del tutto uguali per molto tempo”
E il suo regno ha davvero visto la storia cambiare, temperature comprese. Ricercatori di Cambridge ipotizzano che esista una correlazione tra il numero dei suoi famosi cappellini e l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera. Forse la famiglia reale li donerà alla scienza per verificarlo. O forse, più semplicemente, li metterà su Vinted.

Via Elisabetta, dentro Carlo. Via Boris Johnson, dentro Liz Truss. Il biondo 007 della lotta alla crisi climatica è stato sostituito ufficialmente da una tizia che non ha posizioni molto aperte né sull’ambiente né sulle energie rinnovabili, né su molte altre questioni di oggigiorno. Alla domanda se secondo lei le donne transgender siano donne risponde con un secco “No.” Vi dico la verità: anche io penso che le donne transgender non siano donne. Ma penso che nemmeno le donne siano donne. In realtà gli uomini sono le vere donne, mentre i cani sono i veri gatti. I criceti lamponi, i lamponi lampioni. Penso infine che non esistano i panettieri, che siano tutti la copia cyborg di un grande nano da giardino magico di nome Zuzù, che parla con spiccato accento salernitano e quando alza troppo il gomito importuna le donne ai raduni degli alpini. Le donne che poi sono gli uomini.
Non me ne voglia Sua Maestà, ma rispetto alla Sua Scomparsa avere la Truss al comando del Regno Unito potrebbe essere un colpo ben più duro, almeno sul piano del futuro climatico. La Truss in passato ha lavorato per Shell per quattro anni. Certo, si parla di prima che entrasse in politica full-time e ha ormai smesso di prendere soldi dall’industria dell’Oil&Gas. Ma con le donazioni funziona come con le sigarette. Può essere che abbia smesso, ma se ogni tanto gliene offrono una, la sera con gli amici, uno strappo alla regola se lo concede pure.
Lunga vita a Re Carlo III, dunque, che in questo nuovo corso della politica climatica inglese farà da contraltare. Moralmente, almeno.


In attesa di scoprire cosa succederà in UK, prendiamo un treno fino a Venezia e incontriamo un altro inglese sempre più idolo. Harry Styles si è presentato alla Mostra del cinema travestito da Elton John e ha sputato su Chris Pine (checché ne dica il gossip, con un cognome così io ci ho visto un innocuo tentativo di annaffiatura). Ma la cosa veramente interessante era successa qualche giorno prima, durante un suo concerto al Madison Square Garden. Mentre cantava, infatti, qualcuno ha pensato bene di lanciargli contro UN FOTTUTO NUGGET DI POLLO. Una crocchetta di pollo, ad un concerto, tirata al cantante che sei andato a vedere. Tutto ok. Harry, dal palco, ha chiesto:
“Chi mi ha lanciato un nugget di pollo?”
Che è in fondo la domanda più legittima da fare dopo essere stati colpiti da un nugget di pollo. Poi ha raccolto il suddetto nugget e ha spiegato: “Io non mangio carne.” E per essere il più chiaro possibile l’ha ripetuto in italiano: “Io non mangio carne!”
Perché in italiano? Non lo so. Ma il fatto che sia stata pronunciata nella nostra lingua la rende ufficialmente l’unica posizione espressa dalla conversazione pubblica italiana su una questione spinosa, ingombrante e totalmente ignorata dalla scena politica di questi mesi. Perché ok discutere del costo dell’energia, ok di rinnovabili e nucleare, ma poi c’è da parlare di uso dei suoli, della deforestazione, della distruzione degli habitat, dei rutti al metano. Insomma, del consumo insostenibile di carne.
Già vi sento: “Sì ma gli impatti della soia?” E avete ragione, infatti io preferisco la teriyaki.
Bisogna però riconoscere che come consumiamo troppa energia, consumiamo troppa carne e prima o poi qualcosa dovremo fare a riguardo. Mentre qui in Italia stiamo perdendo la battaglia contro gli incessanti spot di poltronesofà, nella cittadina olandese di Haarlem si stanno per bandire le pubblicità dei prodotti a base carne. Una mossa audace che ha scatenato le reazioni di tanti. Gli oppositori denunciano il blocco della libertà imprenditoriale, l’eccessiva invasione della libertà individuale, c’è anche chi urla alla dittatura. La risposta del comune che ha deciso il divieto è invece stata molto pacata: "La carne fa male all’ambiente, non possiamo dire alla gente che c’è una crisi climatica e poi incoraggiarla a mangiare prodotti che ne sono causa.”
“Allora smettete di dire che c’è una crisi climatica!” hanno risposto gli allevatori.
La crisi climatica purtroppo c’è ed è il quadro più grande nel quale cade la crisi energetica. Non si risolverà il nodo energia senza affrontare quello climatico. Teniamolo a mente in queste ultime due settimane di campagna elettorale. Sarebbe come provare a togliersi le mutande prima dei pantaloni. L’unico che può farcela è Superman. Non tanto grazie ai suoi super poteri, quanto più al fatto che si veste al contrario.
La crisi climatica è anche la crisi della vita su questa terra. Mancano sempre meno giorni alla COP15 sulla biodiversità, la conferenza più importante per decidere come permettere al nostro ecosistema di rimanere vivo nei prossimi decenni. Ecco cos’hanno detto finora i nostri candidati sulla faccenda:
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Con lo stesso silenzio imbarazzato assistiamo alla scomparsa della biodiversità, e di conseguenza di tutto ciò che la biodiversità ci regala: cibo, aria, acqua, medicine, materie prime, cultura, benessere, regolazione del clima e dei flussi d’acqua. E questa è solo la biodiversità base! La biodiversità PRO avrà lo schermo più grande e farà i video in 8K.
Il vero problema è che la crisi della biodiversità è la sfida gemella di quella climatica, ma è la meno amata dai genitori. Mentre al clima regalavano l’Accordo di Parigi, alla biodiversità sono stati dati una serie di target al 2020 con cui nessuno ha mai voluto giocare. Quando per il clima venivano organizzate marce di studenti in tutto il mondo, per la biodiversità soltanto una festa in ufficio con i colleghi dell’amministrazione, uno spumante del discount e qualche taralluccio. E ora che il clima sarà largamente dibattuto nella sua COP27 in Egitto, la biodiversità verrà trattata durante una COP15 che è già stata rimandata e spostata più volte negli ultimi due anni. E che alla fine avrà luogo a Montreal ma in concomitanza delle fasi finali dei mondiali di calcio. Magari susciterà la stessa partecipazione, con gente nei bar che si scanna su quanto l’obiettivo della protezione del 30% di terre e mari sia adeguato o meno:
“Serve contrastare la plastica mono-uso!”
“No, prima devi gestire i sussidi all’agricoltura rigenerativa…”
“Ma cosa cazzo state guardando!? Quella era deforestazione piena! RIGORE!”
Il lato positivo è che almeno potremo seguire la COP15 su DAZN.
Siete sempre di più e la cosa mi commuove! Mi piacerebbe ringraziarvi 1-1 per l’assiduità con cui mi leggete e vorrei anche creare connessioni tra voi lettori, una sorta di Conferenza delle Parti che però fa anche da serata di speed dating. Se screenshottate il vostro passaggio preferito di questa newsletter (o delle precedenti) e la condividete tra le Stories di Instagram taggandomi, potrò riconoscervi, ringraziarvi e ricondividervi (che sono poi le 3R dell’economia circolare!)
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
Breaking le news
California, 1000 dollari di incentivo per chi decide di vivere senza macchina (Washington Post). Continua la transizione ecologica dello Stato americano. E dal prossimo mese ai cittadini che si sbarazzeranno della caldaia verrà regalata una PlayStation 5.
Milano Fashion Week 2022 all’insegna della sostenibilità e della cultura (LaStampa). Sulle passerelle verranno indossati esclusivamente capi rubati dai cassoni gialli di Humana.
Cile, bocciata la proposta di una nuova costituzione ecologista: considerata troppo ambiziosa (ilPost). Perché va bene un domani con più diritti e più ambiente, ma ci dobbiamo pensare proprio oggi?
Gli scienziati del clima chiedono un incontro ai politici per contrastare la crisi climatica (Repubblica). Nel comunicato stampa si legge: “Scegliete voi il luogo e l’arma.”
Vola l'export alimentare bio, nel 2022 a 3,4 miliardi (Ansa2030). Vendute all’estero ben tre mele e una carota.
Il piano del MITE per la riduzione consumi gas (IconaClima). Nel mese di novembre la pasta verrà cucinata solo con il metodo passivo.
PSG, Mbappé e l'allenatore Galtier ridono della polemica sui jet privati: “Avevamo chiesto se fosse possibile spostarci su un carro a vela” (Europa Today). Il governo francese infuriato per la superficialità del tecnico, che però spiega: “Quale ironia? I carri a vela esistono, li ho visti in TV!” Ma era solo uno spot della Q8 di qualche anno fa.
Sudata fredda
La protesta: "Ho 16 anni e sono in sciopero della fame per il cambiamento climatico: Salvini, Meloni e Letta, voi che farete?" (Repubblica). La risposta sincera dei tre leader: “Noi pensavamo ad un gelato.”
Siccome siamo nel pieno delle prime elezioni climatiche della nostra vita, ho pensato di condividere ogni settimana un consiglio per affrontarle al meglio.
Consigli elettorali climatici
Se sei un elettore cristiano, ricorda: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un parco eolico ottenga l’ok delle soprintendenze ai Beni Culturali.”
Lo sponsor della settimana
La puntata di oggi è presentata da:
Casa famiglia “A tutto gas”
Lui è Checco, ed è una molecola di gas naturale. Ogni giorno, a causa della guerra, milioni di tonnellate di gas naturale come Checco si perdono in atmosfera senza mai far ritorno a casa. Molecole giovani ed innocenti che non conosceranno mai un’alternativa di vita se non quella di cadere nel tunnel dell’effetto serra. E questo inverno, le tonnellate di gas perdute aumenteranno. Ma tu puoi impedirlo. Aiutaci a trovare una casa per questo gas. Dona ora. Il tuo contributo ci aiuterà a mettere un tetto sopra la testa di ogni tonnellata di gas naturale che arriva in Europa. Fai una donazione mensile a Casa famiglia “A tutto gas” e ridai un futuro a Checco.
È importante. Grazie.
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A presto!
Mattia