Amara paranoica
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
Ciao! 👋 Questa settimana ci facciamo prendere dalle paranoie 😨 Sotto, come sempre, Breaking le news 📰
Sono chiuso in casa da due settimane per il pondulo rotto (vedi la puntata di settimana scorsa) e inizio a fare pensieri strani. Il riscaldamento globale che accelera, il carbon budget che si dimezza, l’anno più caldo di sempre, il numero di specie a rischio d’estinzione che raddoppia. Osservo il mondo fuori dalla mia finestra vorticare freneticamente verso gli estremi, come in quella puntata di The Bear in cui tutto peggiora tutto insieme, e io vorrei uscire in strada e annunciare la fine del mondo come il pazzo che Hercules incontra a Tebe, quello che indossa una colonna con le bretelle, oppure radunare l’essenziale per prepararmi a una Terra arida e abbandonata come quella in Wall-E, oppure ancora armarmi e aspettare gli zombie di The Walking Dead.
“Forse è meglio se disdici Disney+, eh?”
Sto diventando paranoico e i miei sospetti lievitano, nel tepore di casa. Un esempio su tutti: sono certo che un gruppo di piccioni faccia la ronda sul mio balcone, aspettando che io lasci questa stanza. Non ne ho la certezza, ma a me sembra di vedere sempre gli stessi. Sono quasi deciso ad affrontarli a viso aperto, una volta per tutte. Che so, comprare qualche fava per prenderli a due a due. Ma non è stagione.
Scivolo nella follia come la società da cui sono momentaneamente isolato. Follia, proprio come il commento di molti esperti a un recente report che rivela le stime sull’aumento disastroso della produzione di carbone, petrolio e gas nei prossimi anni. A poche settimane dall’inizio di COP28 scopriamo che i governi del mondo, Stati Uniti, Russia e Arabia Saudita per nominarne tre, stanno raddoppiando le estrazioni dei combustibili fossili nonostante gli allarmi ormai disperati della scienza. Mi viene in mente quella scena de La meglio gioventù in cui il professore universitario consiglia a Luigi Lo Cascio di prendere e andarsene perché l’Italia è un Paese da distruggere, un posto bello e inutile destinato a morire. “Secondo lei tra poco ci sarà un’apocalisse?” chiede Lo Cascio, ma il professore dice magari, perché in quel caso saremmo costretti a ricostruire mentre qui il mondo è in mano ai dinosauri. In effetti dinosauri sono, o meglio erano, i combustibili fossili, e a tenerci sotto scacco è questa mania suicida di riesumarli.
Siamo condannati da un’emulazione deviata di Jurassic Park.
C’è chi è convinto che l’apocalisse climatica sia davvero vicina e che sia meglio prepararsi. Radunano cibi in scatola, si installano bunker solari in giardino, imparano skill di sopravvivenza nel bosco. Penso a me, alle pochissime cose pratiche che so fare, al fatto che se mi allaccio una scarpa, ho una cinquantina di passi a disposizione prima di doverla riallacciare. Saprei combattere contro delle suore, come hanno dovuto fare in Francia alcuni attivisti? Non penso, anche perché la suora è la cosa che più si avvicina a Batman in natura, con quei vestiti neri e quei copricapi con le cornina. D’altronde non saprei fare una capanna, accendere un fuoco, costruire una trappola, nemmeno procurarmi un indumento di emergenza. Mi accontenterei di prendere il primo telo a portata di mano e avvolgermelo attorno come tunica. Non mi prenderei nemmeno la briga di fare un buco per la testa: se sta su da solo, allora lo tengo. E così sarebbe per il cibo, mangerei i fusti delle piante, leccherei i muschi delle caverne senza star lì a pensare a modi più intelligenti per collezionare acqua. Ogni superficie vagamente orizzontale sarebbe più che okay per farmi da sedia, tavolo e giaciglio. Il mio pressappochismo unito alla mancanza di conoscenza delle più basilari capacità manifatturiere mi porterebbe a vivere per approssimazione, in una società post-apocalittica. Altro che cacciatore e raccoglitore: semplicemente close-enough-er.
Per fortuna so che non è quello che succederà. Perché il mondo oltre i 2°C non è una landa desolata e distopica ma una noiosa, costosa, difficile, ingiusta, a tratti emergenziale versione peggiorativa di quello di oggi. Per questo l’azione climatica insiste sul fatto che ogni decimo di grado di temperatura extra risparmiato conta. Eppure in questi giorni indugio colpevole nel ruolo del climate doomer perché nutro una strana sensazione di conforto nel figurarmi la fine totale. Una sorta di soddisfazione karmica nel pensiero che tutto questo carnevale di devasto, distruzione, odio, ignoranza presto o tardi possa terminare nel silenzio dell’estinzione. Quasi che nei worst case scenario del riscaldamento globale ci sia un rifugio dal logorio della vita moderna, dal sentirsi in dovere di sforzarsi per provare a raddrizzarla - ma che del carciofo ha le spine e non il gusto. Un rifugio, sì, una baita in montagna, o una località balneare, in cui siamo stati sconfitti da noi stessi, e tutto è risolto. Per il peggio, ma è risolto. Come canta Margherita Vicario nella sua Canzoncina:
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Un’eruzione vulcanica ha formato una piccola isola a sud del Giappone (IlPost). La Santanchè compra 100 sdraio e ombrelloni al Leroy Merlin e si fionda in aeroporto.
Per timori legati alla crisi climatica, rinunciamo sempre di più ad avere figli (Guardian | ita su Icona Clima). Il problema è che vanno ancora alle medie.
Il 2023 sarà l’anno più caldo di sempre (Reuters | ita su Ohga) Su 125.000 anni, proprio quello in cui hai chiesto a Babbo Natale quel nuovo set di trapunte.
I musei del Regno Unito faranno fronte comune contro la crisi climatica (Guardian). Tra le azioni proposte l’abbandono delle sponsorizzazioni da parte delle aziende del fossile, l’installazione di mostre sulla crisi ecologica e maggiore cura della biodiversità. “Ma è solo l’inizio” ha annunciato la direttrice del Tate incollandosi alla faccia di due attivisti di Just Stop Oil.
Le pale eoliche uccidono molti meno uccelli dei gatti domestici (LifeGate). E sono molto più affettuose.
Chi si occupa dei rifiuti spaziali? (LaSvolta). Non ci provate, io questa settimana ho già portato fuori la spazzatura due volte.
Plastica, i Paesi più poveri consumano meno e pagano di più (Icona Clima). Se pensi sia ingiusto aver fatto alla romana l’altra sera che tu hai preso una margherita e gli altri una bistecca, pensa al Kenya: ha dovuto spendere 27 euro e non l’avevate manco invitato.
Sudata fredda:
Ottobre bollente, mai così caldo nella storia (Icona Clima). E senza nemmeno una donne nuda sul calendario
L'Australia aiuterà i cittadini di Tuvalu, l'arcipelago che rischia di restare sommerso (Green&Blue). Inviato il primo carico di salvagenti a forma di canguro.
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Insomma, ci vediamo presto!
Mattia