Animi bollenti
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale.
Ciao!👋 Questa settimana diamo uno sguardo accaldato al mese appena concluso🌡️
Aprile è il mese che si apre con un pesce, e quest’anno ha pensato di farlo al forno.
Chiedetelo ai cugini spagnoli. Sono una ventina le loro città, e diverse quelle in Portogallo e nel Nord dell’Africa, in cui il mese appena concluso è stato il più caldo di sempre. Come sta tía Carmen? È evaporata. A Madrid, quelli che vestono come i personaggi dei cartoni per fare le foto coi turisti si stanno facendo pagare in ghiaccioli infilati direttamente nelle aperture del costumone. Nelle scuole i presidi hanno chiesto agli studenti di anticipare le gavettonate di fine anno, e visto che manca l’acqua, li si riempie con il sudore. Le metro fanno più corse, avanti e indietro, come ventagli sotterranei sventolati da una grande signora di ferro. Le piscine pubbliche hanno aperto in anticipo e la Protezione Civile vigila a bordo piscina, per intervenire su eventuali svenimenti e intimare ai bambini di non fare tuffi a bomba.
Nel Sud della Spagna, nella mia cara Andalusia, c’è una cittadina deliziosa che si chiama Córdoba. Lì ho vissuto e lavorato per tre mesi dopo la laurea e faceva un caldo atroce. Per le prime cinque settimane dal mio arrivo il grande termometro digitale in Plaza de las Tendillas si ostinava a non scendere mai sotto i 42°C, nemmeno quando alle due di notte tornavo verso l’ostello. Tra mezzogiorno e le cinque del pomeriggio si azzardavano ad uscire di casa solo uova amanti della roulette russa. “Rientra in casa, Gino, è pericoloso! Togliti la camicia, almeno!” Era agosto 2017 e faceva molto caldo, ma era agosto. Ora siamo a maggio 2023 e nelle ultime settimane il termometro di Córdoba ha già toccato i 38,8°C.
L’Asia non se la passa mica meglio. Thailandia, Myanmar, Laos, Cina, tutta la parte meridionale del continente: il caldo record prosegue da più di un mese. Nelle Filippine gli studenti rischiano più degli altri a causa del cambio di calendario scolastico dovuto alla pandemia, che li ha costretti ad andare a scuola nei mesi più caldi. Sono gli unici studenti al mondo che quando la mamma li lascia davanti alla scuola, si raccomanda che facciano sega.
Anche l’Africa e la superficie dell’Atlantico si sono scaldati come Ezio Greggio davanti a un passeggino incustodito. Non è una gara, per l’amor del cielo, ma se il 2022 è entrato nella lista degli anni più hot mai registrati, e gli otto ultimi anni i più caldi documentati dalle scienze moderne, non è che il 2023 se ne starà a guardare. Gli anni dispari sono come i fratelli minori, in perenne competizione con chi li ha preceduti. Sembra infatti che il fratello maggiore di Vladimir Putin avesse una mezza storia con una ragazza di Kiev, e guarda com’è andata a finire.
“Ondate di caldo impossibile sempre più probabili” è uno dei cavalli di battaglia della crisi climatica. La ripropone spesso e volentieri, nemmeno fosse un Al Bano qualunque invitato in Rai per cantare Felicità. Perché in Rai c’è sempre Al Bano che canta Felicità, è una legge immutabile. Per quanti danni possa fare la crisi climatica, non avrà mai lo spazio di Carrisi. Al massimo la vedremo in chiusura del TG1, ma solo se ha un nuovo album da promuovere.
E allora immaginati di essere un* attivista che sente la necessità di urlare al mondo di prestare attenzione alla questione climatica, consapevole che se mai ti punteranno gli occhi addosso sarà per farti vituperare da giornalisti e politici che non sanno nulla di quello di cui parli - ma a fare notare le mancanze degli altri finisce che è un po’ colpa tua. Immaginati che come provi a manifestare la tua paura e la tua rabbia, orde di concittadini inferociti ti diano contro. Immaginati tutto questo nel caldo anomalo che è il motivo stesso per cui ti batti. Cosa ti resta da fare?
Puoi sfruttare l’effetto pelle-su-divano-di-pelle, così da appiccicarti alle cose come tante e tanti altre prima di te. Non so se avete visto l’attivista di XR che l’ha fatto col podio durante un dibattito politico nella TV svizzera:
Il mio francese è un po’ arrugginito, ma credo che nel litigio scaturito siano volate parole grosse e argomentazioni violente circa la ricetta originale della raclette. Il presentatore è sicuramente scocciato, non tanto per l’interruzione quanto più per la cattiva manicure del ragazzo. La parte che ho preferito è l’intervento del tecnico che prova a staccare la mano dell’attivista: ci prova con poca convinzione, si guarda intorno desolato e arrendevole la lascia lì. “Tipico, a casa fa lo stesso con le calamite dei viaggi” ha commentato la sua ragazza su Twitter.
Puoi sfruttare, dicevamo, l’atmosfera estiva per radunarti in massa con altre sessanta mila persone per le strade di Londra in una delle più grandi proteste climatiche dal 2019 a oggi. Anche se la mancanza di un’azione eclatante con cui gli stessi giornalisti, politici e commentatori social di prima possano prendersela ti fa guadagnare appena una menzione in una manciata di quotidiani. Ma tanti messaggini preoccupati da parte del venditore di vernice arancione, che ti chiede come mai non lo chiami più e ti assicura che se torni da lui è pronto a cambiare.
Sempre per il caldo, tu attivista climatico, ti puoi spogliare in mezzo alla strada e bloccare il traffico come i membri di Ultima Generazione a Roma. O membra, a voler essere più inclusivi. E didascalici. Nella nuova azione di sabotaggio civile si sono messi a nudo per simboleggiare la vulnerabilità di fronte “all’immobilismo ignorante, incompetente e osceno della politica ambientale del nostro governo.” Esattamente ciò che ho detto io guardando i video di revenge porn sul ministro Pichetto Fratin circolati online.
Nell’aprile cocente, le opzioni per manifestare per il clima ci sono. Ma è mettersi su una graticola. I governi di mezza Europa rispondono alle proteste con pene sempre più dure e relativi nuovi strumenti dati alla polizia, tra cui un mix di peperoncino, ostriche e viagra per gli agenti in difficoltà. In Inghilterra è già criminoso incollarsi e incatenarsi alle cose, si rischiano fino a sei mesi di prigione. Rubare una bicicletta a Trafalgar Square non è mai stato così semplice. Anche camminare lentamente in mezzo alla strada per fermare il traffico, una strategia adottata da Just Stop Oil nell’ultimo periodo, potrebbe valere presto sanzioni pecuniare debilitanti. Anche se è una predisposizione controversa: quale dovrebbe essere la velocità giusta per attraversare la strada? Nel dubbio, i vigili urbani si stanno già appostando davanti agli ospizi di Liverpool, pronti a battere cassa.
L’attivismo si fa duro, e solo i duri rimangono a giocare. Cosa significa per chi non è pronto ad affrontare conseguenze civili o penali? Per noi cittadini che non abbiamo la stessa forza, o inclinazione, a esprimere nella disobbedienza civile la richiesta di una transizione ecologica veloce e inclusiva? Per gli amanti dei jeans skinny, che ora che te li togli è già arrivata la polizia a prenderti le impronte?
Perché non sembra, ma di europei preoccupati per la crisi climatica e intenzionati a fare passi concreti e personali verso la sua mitigazione ce ne sono tanti. La maggior parte, anzi, secondo un sondaggio di YouGov condotto in queste settimane di aprile sugli adulti in Italia, Spagna, Francia, Germania, Danimarca, Svezia e Inghilterra. E noi italiani i più preoccupati di tutti, con più dell’80% che si dichiarano tali. In contrasto con i più classici dei cliché che ci dipingono come un popolo scanzonato e interessato solo al buon cibo. Invece no, rispetto agli altri Paesi, ne usciamo tra i più consapevoli e disposti a fare qualcosa. Mio padre ha perfino venduto il mandolino di famiglia per finanziare i pannelli solari sul tetto.
Su limitare l’acquisto di carne e latticini, per esempio, si sono detti favorevoli il 50% di noi. Sul ridurne il consumo il 44%, con un buon 20% che dice di farlo già. Rassegnate dunque il 20% delle nonne italiane, ogni domenica. Dai dati scopriamo di dichiararci disposti a passare ad auto elettriche, a vietare la plastica monouso, perfino a camminare, andare in bici o coi mezzi pubblici invece che in auto. Ora si spiega perché benzinai, baristi e meccanici non ci salutano più.
Risultati incoraggianti quelli del sondaggio, ma che se spulciato a fondo mostrano anche un grosso limite: gli europei sono meno intenzionati a impegnarsi sulle azioni che richiederebbero cambiamenti radicali dello stile di vita. Ok ridurre la carne, per esempio, ma pochi la elimineremmo totalmente. Ancora meno supporterebbero l’aumento di tasse sulla benzina o l’aggiunta di un pagamento extra per compensare le emissioni dei voli, quando si viaggia. Quasi metà dei rispondenti non sarebbero disposti a comprare soltanto vestiti di seconda mano e davvero pochi opterebbero per avere meno figli di quanti ne desiderino. Qualcuno ha proposto di prendere figli di seconda mano come compromesso, ma per arrivare al negozio si dice comunque costretto a prendere l’auto a benzina.
Dunque, noi europei siamo preoccupati, vorremmo cambiare, ma senza esagerare. Ci informiamo ma ci spaventa rinunciare alla vita così come la conosciamo.
“E se diventassimo vegani?”
“E se cambiassimo documentario, invece?”
Come la domenica sera che sai di avere cibo in frigo da dover fare fuori, e saresti anche disposto a prepararti una di quelle cene svuota-frigo-salva-ambiente-e-portafoglio che ti sei ripromesso il venerdì, ma per farlo dovresti alzarti dal divano. E dopo 8 ore che ci stai sopra, lasciare che l’impronta del tuo corpo sui cuscini si dimentichi di te ti spezzerebbe il cuore. Allora vai su Deliveroo in cerca di un cinese in offerta. Quando suona il citofono, chiedi al rider di salire direttamente in casa. Finisci così a mangiare cinese, a marcire su quel divano come gli avanzi nel frigo, con meno soldi sulla carta e la dissonanza cognitiva che ti pervade. Per sollevarti dai sensi di colpa, lasci iniziare la terza puntata di fila della serie Netflix che da mesi volevi guardare. Peccato solo che il rider l’abbia già vista e continui a spoilerarti i colpi di scena.
Sarò onesto. Certi cambiamenti in chiave ambientale della mia vita più recente sono stati facilitati dalla convenienza economica, altri dai gusti. Ma altre questioni, anche invadenti, sono ancora tutte da affrontare. Nemmeno io so bene cosa sarei disposto a fare più di così al momento. Forse è normale. La transizione ecologica, come l’estate che bussa alle nostre porte, si appresta a essere lunga. Sul lungo, forse, cambierò in tutto. Sul lungo, forse, mi incatenerò alle strade, lancerò vernice. Sul lungo, magari sarà troppo tardi, magari sarò giusto in tempo. Nel frattempo però, dopo questo aprile tanto caliente, tra cambiamenti radicali e radicali azioni di proteste, ho pensato solo a una cosa che mi sento di fare subito, deciso, coraggioso: domani, in metro, ci vado nudo. Speriamo solo non provino a scipparmi.
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
YouTube continua a guadagnare con i video dei negazionisti climatici (Greenkiesta). Ma visto che mi obbliga a guardare venti volte al giorno la pubblicità di Bevy, evidentemente non gliene danno abbastanza.
Clima, lo scioglimento dei ghiacciai è fuori controllo (Domani). Risponde male e invita gente a casa ogni sera senza avvisarci.
In una foresta francese sono stati rilasciati 60 esemplari di scarabei stercorari per ripristinare l'habitat originale (Ohga). Consiglio di non passeggiarci a piedi nudi.
Nella laguna di Venezia cresce un bosco che moltiplica i pesci (Repubblica). È composto da dodici alberi schierati ai lati di una pianta più grande, che dice di essere figlia del Dio Albero.
Le nazioni ricche potrebbero finalmente raccogliere i simbolici 100 miliardi di dollari per la finanza climatica ai Paesi più vulnerabili (Reuters). Dopo anni di ritardi, riusciranno a portarli al Sud Globale? Tutto dipende da quante sale giochi incontreranno lungo la strada.
Il cambiamento climatico potrebbe ridurre drasticamente la vita nelle profondità degli oceani (BBC). Presto la zona mesopelagica sarà più noiosa di un mercoledì sera invernale in Brianza.
Gli ibis a cui era stato insegnato a migrare in Toscana saranno guidati in Andalusia (Il Post). Il cambiamento climatico rende difficoltoso attraversare le Alpi se in autunno fa più caldo. E poi comunque iniziavano ad essere stufi di spendere 20 euro per un calice di vino e due bruschette senza sale.
Sudata fredda:
Marinella Soldi presidente Rai: “Punto a un Festival di Sanremo splendente e sostenibile” (Ansa2030). Ma per l’edizione 2024 spunta un nuovo brano di Ultimo.
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Mattia