Ci vado in Lambo
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
Ciao! 👋 Questa settimana parliamo del fatto che seppure “siamo tutti sulla stessa barca” in un mondo che affonda, c’è chi però ha più fortuna di altri con la cabina (chiedete ai passeggeri del Titanic 🚢)
La prima differenza tra un ricco e un agricoltore sta nel sesso del veicolo Lamborghini su cui viaggia.
La seconda, nella natura della polverina che gli sporca la camicia. Se chiedi al ricco, ti dirà che è zucchero. Se chiedi al contadino, ti dirà che è solo un po’ di glifosato. Che comunque è decisamente meglio della cocaina, a sentire lui, e di questi tempi in Europa chi vuoi lo contraddica?
Tutti i ricchi pippano? Boh, ma ho visto Enea, il film di Pietro Castellitto in cui interpreta un mio coetaneo rampollo però dell’alta borghesia di Roma Nord e impicciato nello spaccio della neve artificiale più richiesta in questo Paese – tranne che negli ski-resort delle Alpi, dove arriva seconda. Il film, che a me è piaciuto anche tanto, racconta di un confine tra potere e potenza che taglia il privilegio con scelleratezza, combustibili per aeroplani e una palma. La quale, ignorata per mesi dalla famiglia del protagonista, crolla sulla loro bellissima veranda di vetro e la sfonda, di fronte all’inerte incredulità del padre. Quella scena più di tutte mi forza a proporvi la domanda di questa settimana: crediamo davvero di poter sfuggire alla crisi ecologica ignorando le diseguaglianze economiche che lacerano la società moderna?
Si parla spesso di come un ecosistema sempre più danneggiato, con un clima pazzo quanto un macaco, faccia da moltiplicatore di minacce. Cioè amplifica i problemi preesistenti, da fame, siccità, guerre, violenza di genere, a stress, insonnia, crisi esistenziali, problemi relazionali. Proprio come fa Ramón, il bel giardiniere portoricano che viene a tagliare le piante del mio palazzo a petto nudo anche nei giorni della merla, e io domando alla mia ragazza: “Sarà proprio necessario potare la magnolia davanti al balcone di camera nostra ogni settimana? A me sembra in salute…” ma lei mi zittisce con un “¡Ay, caramba, qué maracas grandes!” e pensa, manco sapevo avesse iniziato un corso di lingua.
Così succede con le disuguaglianze economiche, le quali viziosamente ci impediscono di affrontare come si dovrebbe quella stessa crisi ambientale che le amplifica. Innanzitutto, perché la ricchezza si porta dietro uno stile di vita che inasprisce il problema: da una recente ricerca di Oxfam emerge che l’1% più ricco emette più CO2 di tutto il 66% più povero messo insieme, e non perché respirino più in fretta ma perché lo fanno a bordo di jet privati, dentro cabine armadio che nemmeno i magazzini di H&M, in case il cui giardino ha l’erba sempre più verde di quella del vicino grazie ad un uso incessante di acqua e fertilizzanti. O così mi ha spiegato Ramón.
Poi, perché il ricco può efficacemente delocalizzare ogni bruttura ambientale a casa del povero. Come in quelle immagini che stanno girando sui social ultimamente, quelle dell’imponente magazzino Amazon costruito nel 2021 a Tijuana, Messico, proprio in mezzo alle baracche di lamiera e cartone di un insediamento locale. Cosa che, oltre a indignarmi profondamente e a provare il mio punto, spiega in un colpo solo sia la nazionalità dei corrieri che mi portano i pacchi qui a Milano sia la loro aria stanca. Tijuana del resto non è Segrate.
Terzo, perché il grande potere economico accumulato dai ricchi si trasforma in pressione politica che favoreggia il mantenimento del loro privilegio. Chi si è fatto miliardi con attività industriali radicate nel fossile finanzia attività di lobby contro la transizione ecologica. Chi sguazza nel lusso, difficilmente vorrà decrescere felicemente. Pensate alla questione dei jet privati: nonostante gli scandali delle varie Taylor Swift del mondo, i jet privati svolazzano senza che nessun politico ne ipotizzi un blocco, anche solo se per slancio populista. Eppure l’ultima volta che ho controllato non mi sembrava che il diritto al jet personale fosse un tema rilevante per le classi vulnerabili. Anche perché basta visitare certi quartieri di periferia per constatare quanto le piste d’atterraggio, lì, siano piene di buche.
Le conseguenze di una ricchezza mal distribuita sono concrete. Secondo diversi studi, dove c’è più disparità economica aumenta il rischio di estinzione di flora e fauna, aumenta la deforestazione, diminuiscono le innovazioni green. Aumenta anche l’insicurezza alimentare, perfino in Europa dove 1 cittadino ogni 12 non si può permettere un pasto sufficiente ogni giorno, e quando può si dimentica la schiscetta a casa.
Sono più che concrete, le conseguenze, sono misurabili: si stimano 226 morti extra per ogni milione di tonnellata di anidride carbonica emessa, cosa che imputerebbe a quelle dell’1% più ricco una cosa come 1,3 milioni di morti nei prossimi decenni.
“Per concimare il tuo bel giardino verde ne bastano molti meno.”
“Diglielo, Ramón!”
Infine, la disuguaglianza crea dissociazione dalla tematica. Meno si ha, del resto, più si pensa solo ad arrivare a fine giornata. Quale spazio può avere un ragionamento al 2030, ‘40, ‘50, alle future generazioni, se fatico a dare da mangiare ai miei figli? Quanto mi posso preoccupare dell’aria che respiro, se sto trattenendo il fiato per pagare la bolletta del gas? E quanto posso dedicarmi a capire il Green Deal europeo che tenta di limitare l’uso di pesticidi, di ripristinare la biodiversità per dare una speranza all’agricoltura da qui a fine secolo, se già oggi i miei pomodori vengono pagati meno di quanto mi costa produrli dalle catene di supermercati? Nella settimana di Sanremo, poi?
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Siccità in Catalogna, scatta l’emergenza: restrizioni anche a Barcellona (Icona Clima). Ai turisti che viaggiano verso la Spagna in aereo sarà impedito di imbarcare liquidi al disotto di 100ml.
Carne coltivata, la Commissione Ue boccia la legge Lollobrigida (Open). In una nota di Bruxelles fanno sapere: “Ma lo sai che in Africa ci sono bambini come te che muoiono di fame?”
A Parigi è passato il referendum per triplicare le tariffe dei parcheggi per i SUV (il Post). Considerato come mettono il loro gli stronzi del mio condominio, è comunque meno di quanti posti occupano.
Il marsupiale che non dorme ci aiuta a capire i segreti del sonno (Green&Blue). Il primo: domani devo andare in ufficio, santoddio!!!
In Tasmania stop al disboscamento per salvare un pappagallo in via di estinzione (Lifegate). Ma le opposizioni incalzano: “Secondo noi basterebbe mettere del mangime nella gabbietta e aspettare che torni da solo.”
Sudata fredda:
L’emergenza climatica ha ucciso almeno 4 milioni di persone negli ultimi venti anni (Grist). Pari solamente a quante ne ha mietute in Italia la durata delle serate di Sanremo.
I trattori procedono verso Roma. Arriveranno anche a Sanremo? (La Svolta). Se sì, con chi duetteranno?
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Insomma, ci vediamo presto!
Mattia