E non mi basti mai
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
E come un girasole giro intorno a te cantava Giorgia (cantante, popolare, romana), e in questa settimana, boy-oh-boy, non si è fatto altro che sentire la stessa canzone.
Se Van Gogh fosse vivo, il suo unico orecchio gli fischierebbe da morire. Sulla zuppa di pomodoro si è detto di tutto: c’è chi ha condannato gli attacchi all’arte, chi si è detto a favore di azioni eclatanti, chi ha chiamato le due attiviste imbecilli e vandali, chi martiri e sandali, chi ha risposto che il cibo non si spreca e chi si è lamentato che mancava un pizzico di sale.
Tu non mi basti mai, prendimi l’anima e mettila in scatola. Perché la cosa che mi manda in crisi è che, onestamente, non riesco ad essere netto sulla mia posizione. Sono d’accordo o non sono d’accordo? Questo è il problema. Magari Amleto fosse su BeReal! Potrei vedere lui come risolve quei suoi annosi dubbi esistenziali, senza filtri né vetri protettivi.
Davvero, sono a favore o contro? È più facile mangiare zuppa con la forchetta che uscire da questa impasse. Mi è capitato di parlarne con alcune persone su Instagram, e a tutte ho fatto la stessa domanda (senza alcuna retorica):
Spalle al muro, sceglieresti di conservare la tua eredità culturale
o di assicurarti un mondo vivibile?
Mi è stato risposto che dipende da quanto tempo fa quel muro è stato imbiancato.
Per capire la mia posizione mi sono dovuto studiare a fondo, non tanto sul libro quanto sulle dispense di un mio compagno di classe. Ho capito che rabbia, offesa, sdegno scaturiti da un’opera d’arte colpita da una zuppa, io non li ho sentiti. Mi è dispiaciuto più per il vetro, forse perché quando li pulisco io resta sempre l’alone.
Per esempio, guardando la nuova azione di Animal Rebellion, i cui attivisti hanno sversato latte per terra in diversi supermercati, la mia reazione è stata di genuino, viscerale “ma no!”. Non che io non appoggi le riflessioni vegane; semplicemente quel gesto mi colpisce dritto allo stomaco. Forse è che non essendo più abituato a bere latte, fatico a digerirlo. O più probabilmente è un misto di estrema sensibilità allo spreco alimentare e quel pudore che mi porto dietro da quando da piccolo facevo la spesa con i miei e mi scandalizzavo se aprivano la confezione di Kinder Brioss per mangiarne una prima di averla pagata in cassa.
“Guarda che tanto paghiamo la confezione intera, eh”
“L’orrore” rispondevo io.
Quindi figurarsi: quando questi versano latte non ancora pagato tra le corsie, come mozzarellai impazziti che hanno deciso di cambiare vita, io vengo assalito da dei flashback che nemmeno il Vietnam.
SPLASH! fa la zuppa sul Van Gogh e io niente. Avete mai visto il film di Mr. Bean, quello dove lui rovina un quadro iconico della storia statunitense starnutendoci sopra? Io sì, mille volte. È stata la mia catarsi. Che siano i Girasoli, Picasso, la Primavera o il Boccioni, nulla mi tange più. Aiuta il fatto che io sia un relativista cinico, un prospettivista che a comando si rifugia nel hic et nunc, e soprattutto un complottista dei musei. Ebbene sì, lo sono: penso che tutte le opere d’arte siano state sostituite da tempo con repliche perfette. Sono convinto che gli originali siano stati venduti sul mercato nero a dubbi magnati del petrolio e delle armi, che ora stanno rinchiusi nelle loro lussuosissime reggie-fortezza, circondati dalla versione originale della nostra migliore eredità artistica. Spendono la giornata ad ammirare il loro infinito patrimonio di bellezza e sospirando si chiedono: “Ma non è che ho fatto ‘na cazzata?”
Spalle al muro, cosa sceglierei tra proteggere il passato o assicurarmi un futuro? Francamente, la seconda. Francamente, anche voi.
Dai su: se mai vi puntassero una pistola alla tempia e vi costringessero a scegliere tra rinunciare alla vostra vita o conservare la Gioconda, non sareste i primi a tirare fuori un taglierino? Ma possiamo stare tranguil tanto è irrilevante. Perché la domanda è chiaramente provocatoria. Nessuna soluzione alla crisi climatica passa dalla distruzione del retaggio culturale, se non il suo cambiamento. Dobbiamo abbandonare il nostro modello occidentale iperconsumista, la nostra fame di inutile, il nostro benessere come affermazione dell’essere, i capi alla moda e i macchinoni da fallica compensazione.
Il mito della crescita, quello è da abbandonare, la cultura del limite, quella è da adottare.
Mica i quadri o le sculture. Detta in soldoni: fare la ceretta a L'origine Del Mondo di Courbet non ci aiuterà a ridurre la concentrazione di CO2 in atmosfera (anzi di questi tempi meno deforesti meglio è).
Stabilito che non è una questione di sacrificare il passato, il vero punto di decisione per capire se sono pro o contro la zuppa è se lo ritengo un gesto efficace. Sensibilizza in modo costruttivo? Cioè, meglio, porta le persone ad interessarsi del clima e quindi attivarsi a farlo? O inasprisce, rende nicchia, aliena? L’inarrivabile Ferdinando Cotugno ne ha parlato come una storia un po’ autoreferenziale senza chiari interlocutori, il magico Fabio Deotto invece come uno squarcio nell’illusione che il problema climatico non esista. Mi sembra di essere nuovamente a scuola, quando all’interrogazione ti chiedevano di dire l’interpretazione corretta di un’opera d’arte. Ma mi chiedo: esiste? E se invece di una risposta univoca ce ne fossero tante e diverse, ciascuna dovuta alla sensibilità di ciascuno, cosicché l’azione della zuppa assume valore e assieme lo perde, il tutto a seconda di chi la guarda?
“Iannantuoni, torna al posto dai. Cinque.”
Due cose sono sicure. La prima è che chi non si è fatto troppe pare è il popolo dei social, spesso più concentrato sul rosso che colava che sulle parole dette dalle attiviste a fine azione. Abbiamo smesso di riflettere sui perché quando abbiamo iniziato a esternalizzare a priori i nostri perché no. Lo stesso vale per molti giornalisti che hanno riportato la notizia.
L’altra è che tutta questa storia delle azioni “radicali” non finirà certo qui.
Il Climate Emergency Fund, una rete che dal 2019 supporta finanziariamente le azioni di varie associazioni di attivisti climatici in Europa e USA (e che un mesetto fa ha dato il benvenuto nel suo board direttivo al regista di Don’t Look Up Adam McKay), ha applaudito la faccenda Girasoli. Hanno detto che è stata l’azione più eclatante a livello di copertura mediatica e dunque c’è da aspettarsi un aumento di questo genere di iniziative. Il Climate Emergency Fund ha finora fornito circa un 1,1 milioni di dollari a Just Stop Oil, che ora è giustamente carica a pallettoni come un fucile da paintball. Anche “con”, potremmo dire. Nel Regno Unito nei prossimi mesi si salveranno solo i quadri animati di Hogwarts. Just Stop Oil ha detto che a questo punto solo la minaccia della pena di morte li potrebbe fermare. Anche se proprio ora che il governo sta valutando di concedere poteri speciali alla polizia per tenere la “coalizione anti-crescita” (parole della ex nuova premier Truss) a bada, certe dichiarazioni rischiano di passare per suggerimenti. Ma forse nemmeno la morte li fermerà, e la prova è questa vecchina arrestata durante una protesta. Chiamiamola La signora in rosso, finché è con noi.
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Piogge torrenziali a Creta: almeno due morti (Ansa). Diciotto gli sciolti.
L’orso bruno marsicano può tirare un sospiro di sollievo (LifeGate). Non è arrivato il ranger.
Grazie al Dna si è scoperto che l'avorio sequestrato 30 anni fa è tornato nelle mani dei commercianti di frodo (BBC). E pensare che Amazon accetta resi al massimo entro 30 giorni.
Cosa stanno facendo i principali Paesi europei per ridurre i consumi di energia il prossimo inverno? (Euronews). Cercano su AirBnB una casetta a Lanzarote da affittare fino a marzo. Secondo Von der Leyen, l’importante è che ci sia un buon Wi-Fi.
Ipsos: ogni italiano ha in casa nove apparecchi in disuso o rotti (Repubblica). Di questi, due sono comunemente chiamati “nonni”.
Spagna, concessa la personalità giuridica al Mar Menor (LifeGate). Ha già ricevuto due multe e una cartella esattoriale.
L’industria mineraria prosegue a scavare nell’Amazzonia boliviana nonostante la retorica green del Paese (TheGuardian). I discorsi sulla conservazione della biodiversità le passa letteralmente sopra la testa.
Clima, parte sperimentazione di 9 città a zero CO2 nel 2030 (Ansa2030). A Milano i mezzi a benzina di AMSA e ATM verranno trainati dalle baby gang.
Scoperto il pesce arcobaleno che nasce femmina e diventa maschio (TheGuardian). Insorge la destra italiana: “Dopo la sirenetta nera, i pesci trans?” Ora si studia il decreto per bandire i documentari di Disney+.
Dal ghiaccio virus di migliaia di anni fa: sarà il riscaldamento globale il responsabile della prossima pandemia? (Icona Clima). Sempre detto io che non ci si deve fidare di quei musi freddi.
Il glaciologo: "Chi è disposto a cambiare stile di vita per fermare la crisi climatica?" (Repubblica). L’ultimo a dire “Io no”, quest’inverno niente docce calde.
Milano, il nuovo murale anti-smog porta il mare in città e pulisce l’aria (Icona Clima). Emana però un intenso odore di cozze.
Perché i disastri naturali degli "Anelli del potere" non potrebbero avvenire nella realtà (Repubblica). Uno studio rivela come i nostri Elfi siano più consapevoli di quelli immaginari, mentre gli Hobbit hanno già raggiunto la neutralità climatica.
Sudata fredda:
Scompare la Transizione ecologica, arriva il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Domani). Perché “transizione ecologica” sapeva troppo di uomo che diventa pianta, donna che diventa albero.
Un poème
In Francia, gli scioperi dei lavoratori del petrolio delle ultime settimane hanno causato una seria mancanza di carburanti. La situazione di grande disagio è dipinta dalle parole del grande poeta franco-italiano Jean Vatteneapies:
Dove sei finita, mia bensina?
Uno sciopero dei lavoratuar del fossile ti ha portata via
Prima ti trovavo in ogni angolo
Al pompidou du gasoline
E ora rien ne va plus
Nella mia Citroën
Je ne comprends pas
Ciò che sarà di me
Costretto a usare la métro
Le bus
La bisciclétt
Ad aspettere le train
come in un film dei Lumière.
…
les misérables.
🔮 L’Oroscopo Climatico
Questa è la settimana climatica del Sagittario.
Per voi del Sagittario è una settimana confusa. Inizialmente penserete di essere una persona diversa, ma vi accorgerete subito dell’errore. Aspettatevi un cambio di titolo a lavoro: la Luna che vi ha accompagnato in questi lunghi mesi di transizione vi lascerà con un nulla di fatto. È il momento di mettere in sicurezza il rapporto con l’ambiente che vi circonda, perché presto sarete chiamati a rivendicarne la sovranità.
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Mattia