Finali di stagione
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
👋 Ciao! Questa settimana chiudiamo il discorso sulla COP27 🇺🇳
🇺🇳 COP27 Highlights
COP27 è finita con un bicchiere mezzo pieno, mezzo vuoto, mezzo di Coca-cola. Matematicamente inesatto, climaticamente ambiguo.
Il lungo percorso che ci ha portato a Sharm si è chiuso domenica scorsa con un finale degno dei migliori cliffhanger delle serie americane. C’è stata una buona notizia che promette sviluppi importanti per i protagonisti e gasa gli spettatori (aridaje con lo sponsor), ci sono state notizie cattive che tengono vivo il conflitto su cui si giocherà la stagione successiva.
Settimana scorsa avevo lasciato il passo ad analisi più seriose della mia, che con piacere vi suggerisco qui, quo e qua. Ma vediamo insieme gli highlights:
COP27 è stata parecchio lunga, si è conclusa domenica mattina invece che venerdì sera. Dopo aver siglato l’accordo, i delegati sono potuti andare a messa e chiedere perdono per i propri peccati.
COP27 ha prodotto una cosa storica, ossia l’accettazione della creazione di un fondo di loss&damage con cui i Paesi ricchi e storicamente emittenti risarciranno – da capire entro il ‘24 come, quando e quanto – i Paesi che già prendono sberle dal clima che cambia. Un primo passo che cambia le dinamiche internazionali sulle responsabilità condivise ma disproporzionali: chi consuma ed emette di più, più dovrà pagare. Capito, voi che al ristorante con gli amici ordinate il secondo di pesce confidando che si farà alla romana? Tremate.
Silenzio sui combustibili fossili, il tema su cui più ci si era incavolati l’anno scorso a COP26. A Glasgow, ricorderete, l’India aveva interferito sulla promessa di abbandono del carbone, il combustibile fossile che si lamenta che “se la prendono tutti con me perché sono nero” ma non è che sei nero, carbone, sei solo sporco. Al fotofinish era stato messo nell’accordo phase DOWN invece che OUT, ossia ridurre invece che eliminare. Una diatriba già sentita nei salotti dei nazisti più moderati. A Sharm, per un attimo sembrava potesse esserci la decisione di aggiungere alla riduzione del carbone anche petrolio e gas. Sarebbe stata un’altra stoccata storica, invece niente. Anzi: hanno inserito un riferimento a favorire, oltre alle rinnovabili, anche le fonti “a basse emissioni”, che è uno dei soprannomi del gas naturale insieme a “Johnny Tranistion” e “Mr. Colonialismo 2022”.
Grazie forse alle parole scambiate al G20 di Bali, tenutosi in parallelo a COP27, l’obiettivo di mantenerci entro il limite di 1,5°C di aumento delle temperature globali è rimasto attaccato alla parete. Flebilmente, come un post-it che dondola su uno spirito di colla che ancora tiene. Fa più da ninnolo nostalgico che da obiettivo all’orizzonte. Ma abbandonarlo equivarrebbe a sputare in faccia ai pakistani, agli abitanti delle isole Marshall, a Tuvalu, alle comunità vulnerabili, insomma a tutti coloro che stanno già combattendo per preservare quel minimo di casa che rimane loro. Uno sputo morale occidentale e privilegiato, praticamente un Gianluca Vacchi.
Vi ricordate che la settimana scorsa parlavamo dell’imbarazzante intervento di Mastro Pichetto Fratin a COP27, di cui vergognarsi più di quella volta al ristorante che nonno ha fatto il saluto romano davanti alla torta per i suoi novantanni? Dopo la sua fugacissima partecipazione a Sharm, il Ministro ha avuto la faccia tosta di andare al TG1 a dire che il risultato della conferenza “non [è] completamente soddisfacente, perché non ha raccolto quello che era il punto fondamentale […] dell’UE e dell’Italia, che era quello della mitigazione.” Sbirciando gli appunti fuori inquadratura come uno studente interrogato durante il lockdown, ha poi sbiascicato circa la questione perdite e danni (testualmente): “Una contrattazione rispetto ai danni che il clima naturalmente genera. Danni che significa risarcimenti. Da qui la nasci… il richiamo a quelli che erano gli accordi di Parigi e di Glasgow, ma poi la definizione di un fondo che bisognerà valutare sia nelle modalità di intervento successivamente.”
“Certamente non è stato un grandissimo successo” ha chiuso, riferendosi, penso, a come aveva appena articolato la sua frase.
Al di là dei balbettamenti sconnessi, fa specie sentirlo dispiaciuto che le istanze italiane sulla mitigazione non siano state raccolte. Considato che il suo governo appena qualche giorno prima aveva dato il via libera alle trivelle nell’Adriatico per estrarre nuovo gas, in barba a quello che la scienza dice di NON fare proprio per poter mitigare il cambiamento climatico. Ma al Ministero dell’Ambiente, scienza è ideologia. A confermarlo è stata la viceministra Vania Gava, che aveva definito assurdo non estrarre gas e aveva pure aggiunto: “Teniamo presente che, a poche miglia di distanza, la Croazia si approvvigiona dello stesso gas.”
“Sì, e se la Croazia si butta a mare tu che fai, la segui?”
La risposta è evidente. Io comunque l’ho sempre detto che la Croazia è una pessima influenza sul governo italiano. Toccherà parlare ai suoi genitori.
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Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Tuvalu, le isole rischiano di sparire ma un loro clone digitale verrà ricreato nel metaverso (Sky TG24). Elon Musk ha intanto chiesto loro 8 dollari al mese per la spunta blu.
La nave italiana Laura Bassi, usata per ricerche scientifiche in Antartide, ha soccorso 92 persone migranti nel mar Ionio (IlPost). Pazzesco cosa si inventano i ragazzi pur di non studiare!
La California demolirà quattro dighe per tutelare i nativi americani (LifeGate). Adesso si teme la ritorsione dei castori.
L'Unesco lancia il "Blue Friday", alternativa al Black Friday (Decennio del mare). Per un’intera giornata, inquinare il mediterraneo costerà la metà.
Il MOSE protegge Venezia da una marea senza precedenti (Icona Clima). Il sindaco: “Moseca per le mie orecchie!”
Attiviste Just Stop Oil condannate a carcere e domiciliari per il danneggiamento della cornice di Van Gogh (Wired). Il governo UK insensibile alla causa climatica starebbe studiando nuove pene: l’ergastolo a chi lascia ditate sui vetri?
In Tunisia, pannelli solari galleggianti (LifeGate). Incredibile la roba che certi incivili gettano in mare.
Crisi climatica e guerra in Ucraina mettono a rischio i panettoni Maina (La Stampa). Il cambiamento climatico ci aveva già tolto la neve a Natale, ma abbiamo continuato a ignorarlo. Ora ha chiesto una mano al Grinch.
La sindaca di Tokyo, Yuriko Koike, ha invitato i cittadini a indossare i girocolli per stare al caldo e ridurre i consumi energetici (Il Post). Mio padre fa lo stesso con la maglia della salute: “Aumenta la riforestazione.”
L'Italia investe 100 volte in più sulle auto che sulle bici (Ansa2030). Nelle nostre città, un auto investe 100 bici in più che sulle volte.
Sudata fredda:
Eventi meteo estremi, nessuna prevenzione: in Italia preferiamo spendere di più per riparare i danni (Icona Clima). Ma i tecnici tolgono le speranze: “Riparare i danni in Italia? Fate prima a comprarvene una nuova.”
😅 L’hanno detto davvero?
Scoprire che Panorama è la risposta sessista al negazionismo climatico:
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Mattia