Mamma... li svizzeri!
Ride verde chi ride ultimo – La pioggia non si ferma, i confini alpini battono in ritirata, e io sono stato a un matrimonio a basso impatto ambientale
Il mio ottobre si è aperto con la gola sotto le scarpe e l’acqua attorno alle caviglie.
La pioggia tira fuori il nervoso dei cittadini, soprattutto quelli al volante, che con strade congestionate come i nasi dei primi raffreddori e traffico bloccato senza nemmeno un chiodo da incolpare, non sanno davvero con chi prendersela. Allora ci si suona, ci si guarda male, ci si manda al diavolo in un tutti contro tutti urbano. La rabbia dilaga come peste suina. Sui mezzi, gli zaini diventano scudi e gli ombrelli lance, duelliamo come cavalieri medievali:
“Si levi da davanti alle porte!”
“E lei sposti il suo cavallo, che non riesco a timbrare!”
Sparisce la fiducia nel prossimo. Io, per esempio, ho smesso di aiutare le vecchiette ad attraversare ai semafori. Sia mai che mi sgambettino per poi usarmi come passerella sulle pozzanghere.
Eppure ciao, dico io, ciao e bentornate e bentornati, benvenute e benvenuti su Ride verde chi ride ultimo. Pront* per questo nuovo episodio?
BEEP BEEEEEP!
Va be', ma che modi sono?
📰 BREAKING le NEWS 🌍
1. La Svizzera invade l’Italia per colpa della fusione dei ghiacciai alpini
Il governo della Confederazione elvetica ha firmato la nuova convenzione sui confini, che nella zona attorno al Cervino saranno spostati più in giù di un centinaio di metri facendo guadagnare al nostro ricco vicino fettine del nostro territorio. Non bastava che già ci parcheggiasse il SUV sul vialetto di casa? La colpa è però delle linee spartiacque dei ghiacciai, i bordi naturali che dividono i due versanti e su cui a tratti si basano quelli politici, che a causa di un surriscaldamento estremamente accelerato sull’arco alpino si ritirano sempre più rapidamente. Il governo italiano, notoriamente ossessionato dalla protezione dei confini, si ritrova ora a concedere patrio suolo italico a causa della crisi climatica – che loro però sanno bene essere mera ideologia radical chic sinistroide. Per giunta, all’unico Stato da sempre neutrale. Che smacco. A noi cittadini del Nord toccherà imparare a convivere con l’invasore, ma non mancano i vantaggi: chi vive a Milano potrà presto fare il frontaliere spostandosi in metro, le rappresaglie squadriste ticinesi ci colpiranno dure ma puntuali come cucù, al posto dell’olio di ricino ci costringeranno a bere raclette fondenti.
2. L’uragano Helene non ha risparmiato nemmeno i “paradisi climatici”
Venerdì scorso era sbarcato in Florida, tirando dritto su tutto il Southeast e fermandosi giusto per una veloce capatina a Disney World. Gli Stati Uniti si ritrovano a fare la pesa del disastro: oltre 200 vittime, diversi milioni di edifici senza energia e acqua corrente, miliardi di danni non coperti da assicurazioni (in diverse zone meno dell’1% delle case). Abbiamo le immagini incredibili dell’acqua che si porta via tutto ad Asheville, la cittadina del North Carolina che i media vendevano come magica fortezza contro incendi e alluvioni, una sorta di "paradiso climatico” come era stata spesso chiamata. “Be’, per noi lo è ancora” ha puntualizzato ottimista John McCallister, che in città gestisce una rinomata agenzia di onoranze funebri.
3. Le piogge intense devastano il Nepal (e spaventano ancora l’Emilia-Romagna)
Evidentemente, questa cosa delle alluvioni sta diventando un trend. Colpa di TikTok? Katmandu è stata colpita da piogge flash senza precedenti, che hanno causato vittime e frane, e costretto la chiusura per tre giorni delle scuole. Al ritorno, la maestra ha chiesto chi avesse fatto i compiti. “Se li è inghiottiti la pioggia” ha risposto un alunno.
“Come no, Dipak” ha risposto la maestra. “Almeno tu, Surya, li hai fatti i compiti?”
“Non c’è Surya, maestra, la pioggia ha inghiottito anche lei.”
“Come no, Dipak.”
Anche la Romagna è stata nuovamente in allerta, con piogge che hanno colpito territori già fragili e non ancora pronti a reagire. La Regione sembra stia cercando soluzioni originali per contenere l’emergenza, tipo il lancio del nuovo singolo di Cesare Cremonini.
Eh sì, e poi?
Un’azienda ha trovato il modo di fare formaggio filante senza mucche (The Guardian). Il segreto è chiedere loro di andare ad apparecchiare la tavola e aspettare lì buone buonine.
Orde di pappagalli sulla costa atlantica dell’Argentina (Reuters | in ita su Sky). Sono arrivati nella cittadina di Hilario Ascasubi dalle colline, sfuggendo alla deforestazione. Infastiditi gli abitanti, che si sentono presi in giro dal continuo ripetere di tutto ciò che dicono.
Un 81enne del Montana è stato condannato a 6 mesi di prigione per aver creato una pecora ibrida gigante a partire da tessuti e testicoli delle pecore asiatiche Marco Polo (SkyTG24). Lo scopo di questa follia in stile Dr. Frankenstein era di usarle come prede per la caccia in Texas e Minnesota. Le forze di polizia sono andate a prenderlo a casa sua capitanando una folla armata di fiaccole e forconi.
I batteri mangia-plastica sono una soluzione all’inquinamento degli oceani? (The Washington Post). “Purché offriate voi” rispondono loro.
Rimpicciolire il font con cui sono scritti i libro può ridurne l’impatto ambientale (BBC). O almeno credo ci sia scritto così, su quell’articolo… boh, tu leggi? Io non riesco a distinguere le parole!
SUDATA FREDDA
Il Regno Unito ha chiuso la sua ultima centrale a carbone, che ora produrrà idrogeno (LifeGate). Tirano un sospiro gli orfani spazzacamino di Londra: non moriranno più per problemi respiratori, ma solo per annegamento.
💒 Matrimoni green
Sabato scorso sono stato alle nozze di una coppia di amici della mia ragazza, gente di buon cuore, impegnata nel non profit ed ecologicamente consapevole. Hanno voluto mettere in piedi un matrimonio a ridotto impatto. Anche se comunque la messa me la sono dovuta sorbire, quindi almeno su una parte del mio corpo l’impatto è rimasto. Ma per l’ambiente, idee interessantissime.
Gli abiti erano tutti di seconda mano, intanto. L’abito di lei era un filo più largo della sua taglia ma molto bello. Quello di lui invece era perfetto, ma si vedeva che era appartenuto a una donna sposatasi negli anni Ottanta, lo tradivano le spalline.
Tutti gli invitati si sono organizzati per diminuire le auto necessarie agli spostamenti tra chiesa e ricevimento, abbattendo parecchio l'inquinamento. Il fatto che metà dei presenti fossero clown professionisti ha fatto sì che due Fiat Cinquecento bastassero.
Per ciascun amico o parente arrivato in aereo dall’estero, gli sposi hanno compensato le emissioni piantando un albero in Venezuela. Per ogni ateo che ha presenziato alla cerimonia in chiesa, hanno battezzato un neonato in Costa Rica.
Anche il banchetto è stato super. Hanno limitato la presenza di prodotti animali nel menù, offrendo alternative vegetariane e vegane sempre e comunque, tanto che pure l'ostia e il vino della messa erano corpo e sangue di un Gesù plant-based. Per combattere lo spreco alimentare tipico dei ricevimenti di nozze, hanno fatto installare un biodigestore proprio al lato del dj. Copriva un po’ la musica, ma almeno pima di andartene ti lasciavano un sacchettino con il compost di ciò che non ti eri mangiato, come bomboniera.
Io e un manipolo di invitati agguerriti ci siamo addentrati in un dibattito sulle rinnovabili, e ogni volta che qualcuno portava un dato doveva finire il bicchiere di vino alla goccia. Dopo un po’ eravamo talmente tanto brilli che volevamo andare ad incollarci al banco dell’open bar come protesta contro la decisione dell’Europa di rinviare il regolamento anti-deforestazione. E contro il fatto che fosse finito il gin, anche.
Dopo il taglio della torta, con fette proporzionate alla carbon footprint di ciascuno di noi, la festa è andata avanti fino a notte fonda ma senza fuochi d’artificio, per non disturbare la fauna locale. Al loro posto, abbiamo acceso alcune lampadine a LED super efficienti, collegate ad una grandissima ciabatta con su scritto:
“Il nostro amore non si spegnerà mai, tranne che quando non lo usiamo.”
Commovente. È stata proprio una bella festa, auguri ancora agli sposi!
🍿 Un pop di clima qua?
Lost, puntata 5x13. È il 1977 e Hugo, arrivato lì dal futuro per una serie di eventi che ancora mi sfuggono, propone di fare car pooling per ridurre le emissioni del viaggio ed “evitare il riscaldamento globale finché si è ancora in tempo”. L’altro dice no, forse per grassofobia – erano gli anni 70, quindi più che lecito.
Ora, trascurando la vaccata dei sottotitoli italiani che storpiano il dialogo originale dicendo “l’effetto serra non è ancora arrivato” (senza un minimo di effetto serra non si sarebbe mai sviluppata la vita sulla Terra, quindi nemmeno J.J.Abrams), è vero che se avessimo iniziato ad agire sull’inquinamento atmosferico con la consapevolezza di oggi già negli anni ‘70, avremmo potuto evitare le condizioni più critiche di questo 2024.
Fun fact Proprio nel 1977 il presidente USA Jimmy Carter riceveva un memo sul rischio devastante di un’atmosfera zeppa di CO2 dal suo consigliere scientifico Frank Press, messaggio corredato da dati ed emoji rudimentali ma super cute. Non era il primo presidente ad essere informato sul riscaldamento globale, nel 1965 Lyndon B. Johnson aveva ricevuto un report sul collegamento tra petrolio, gas e carbone e i cambiamenti del clima. Carter, che ha compiuto 100 anni da poco, era però un presidente con una certa visione sull’ambiente, tanto da installare pannelli solari sul tetto della Casa Bianca fin dai primi mesi del suo insediamento, e senza nemmeno ricorrere al superbonus 110%. Il suo successore, Ronald Reagan li avrebbe tirati giù pochi anni più tardi, ma questa è una storia che meriterebbe una stagione di Lost a parte.
Ciao, io sono Mattia Iannantuoni e questa è la fine di Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale.
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Alla prossima settimana!
Mattia