Protestare contro le proteste
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
Ciao! 👋 Settimana scorsa vi ho chiesto: “Dal 2020 a oggi, 5 miliardi di persone sono diventate più povere mentre le 5 persone più ricche al mondo hanno…” e la risposta giusta era raddoppiato la propria fortuna, o poco più. Sono infatti passati da un patrimonio di 405 miliardi di dollari a 869. Ma di questi tempi, che ci fai con 869 miliardi? A parte consumare risorse come nemmeno Jerry Calà al quarto libidine col fiocco e detenere una pressione sui politici tale da preservare il tuo benessere a discapito di una società più giusta? Niente, appunto, non ci fa nulla. Sarà perciò il caso di iniziare a stringere la cinghia. E lo sappiamo tutti che Gucci le fa sempre troppo larghe.
🪧 Oook, questa settimana parliamo di proteste. E sotto torna Breaking le news!
Ogni supermercato, a metà giornata di un giorno lavorativo, è un luna park geriatrico. Vecchietti ingolfati di bianchini spingono carrelli emulando il loro idolo Vin Diesel in Fast&Furious. Signore impiuminate fanno rotolare giù dagli scaffali melanzane fuori stagione, per poi scappare via senza nemmeno chiamare i soccorsi. Code, lentissime code cestellometriche si formano lì dove anziani troppo anziani sbraitano: “Ma allora signorina, me li dà o no i bollini della raccolta punti!?” Ma lo fanno contro i monitor delle casse automatiche. Questo Mad Max - Alzheimer Road mi è familiare, perché spesso in pausa pranzo vado a prendermi da mangiare all’Esselunga di fianco all’ufficio. E sempre, quando succede, mi ritrovo immerso in una metafora della questione Bologna città 30.
Di Bologna città 30 ho parlato qui e ne avrete sentito parlare ovunque anche voi. La prima grande città italiana che abbassa i limiti di velocità massima per inseguire un’idea di urbanità migliore, per sicurezza, salute, benessere dei cittadini. Una città non ancora utopica; per quello servirebbero carretti dei gelati gratis, parchetti biodiversi ad ogni angolo e rastrelliere per bici dove nessuno te la ruba, anzi se hai la ruota sgonfia te la sistemano delle donne, che ne so, nude. Non ancora una città utopica ma una città casa, dove per casa intendo salotto e non garage. E cosa si è ritrovata, Bologna, come ringraziamento per questo tentativo di rendersi casa? Una rumorosa parte di cittadini arrabbiati, ma arrabbiati forte.
La cosa interessante, la più interessante a mio avviso, è però che non sono stati solo i cittadini di Bologna ad essersi infervorati sui social. Se la sono presa cittadini da ogni parte della penisola, da città diverse, Il Cittadino come luogo comune, che se la prende con la “follia” di un’amministrazione anche lei comunale che si è fatta dittatrice per costringerti ad andare piano, st’infame, che gode a tenerti il più a lungo possibile in strada a fare traffico, a prendere multe, a inquinare di più, ad arrivare a lavoro più tardi, perché “se prima viaggiando a 60km/h ci mettevo 20 minuti per andare a lavoro, ora che viaggio a 30 ce ne metterò 40, ti pare logicooooo!!!!???” Sì, mi pare logico. Ma solo se non consideriamo code, ingorghi, tamponamenti, semafori, rotonde, curve, svolte, incidenti. Insomma, solo se vivi e ti sposti lungo un lunghissimo corridoio vuoto.
“E infatti lavoro da casa.”
Ma allora di che ti lamenti? Perché hai tutto questo rifiuto ad accettare una città migliore, una vivibilità migliore, per di più non tua? Continuo a chiedermelo guardando scorrere commenti imbufaliti sotto l’intollerante polpastrello del mio pollice sullo schermo. Perché, credo, la vera moda dei nostri tempi non sia tanto schierarsi da un lato o dall’altro di un dibattito culturale, quanto più invece protestare. Protestare contro qualsiasi modifica allo status quo, protestare anche contro lo status quo. Per capirci: ho visto molti video delle proteste degli agricoltori in Francia, e nel resto dell’Europa, in questi giorni. Una categoria che protesta contro le manovre che la strategia europea vuole mettere in campo (letteralmente) per garantire un nuovo equilibrio tra umani e risorse naturali, le stesse che solo se preservate e rigenerate potranno continuare a darci da mangiare (letteralmente). Sotto questi video dei manifestanti che ammassano letame e fieno sulle strade o davanti a ristoranti fast food si leggono gli stessi precisi commenti a qualsiasi video delle azioni di Ultima Generazione, di Just Stop Oil e degli altri gruppi ambientalisti: “Non è così che si protesta, è VANDALISMO!” o anche “Perché non andate davanti al parlamento a farlo, pagliacci?” o ancora “La pacciamatura non si fa in inverno!” ma forse quest’ultimo solo se nel video c’è della paglia.
Comunque, a nessuno interessa il perché delle proteste, quanto più il perché secondo me è sbagliato. Lo spirito del tempo digitale è questo: protestare contro le proteste. Perché che tu sia un ciclista, un contadino o un eco-attivista, ormai come fai fai, sbagli. E c’è sempre qualcuno pronto a spiegarti come dovresti protestare per fare giusto. Grottesco, per un Paese in cui Educazione Civica te la insegnano solo quando quella di Ginnastica è assente. E comunque anche in quel caso puoi sempre giustificarti.
E poi, capirai quanto può essere utile il tuo commento iroso sotto il video di attivisti che imbrattano il vetro protettivo della Monna Lisa! Una caratteristica delle proteste è proprio che è un momento in cui si urla molto e si ascolta poco, se non l’unica cosa che si vorrebbe sentire dire. Come quel signore dei bollini di ieri in Esselunga. Io provavo a spiegargli che non aveva senso continuare a urlare contro la cassa automatica, ma lui niente. Finché alla fine, allontanato dall’intervento della guardia, si è voltato verso di me e sconsolato ha detto:
“Be’, ai miei tempi sì che le casse automatiche erano gentili.”
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Il climate change rende gli stambecchi più notturni (e non va bene) (La Svolta). Soprattutto perché i camosci del secondo piano hanno appena avuto un bambino.
In Thailandia bus elettrici dalla Svizzera per compensare le emissioni di CO2 (Green and Blue). Il 12 barrato che parte da Ginevra il lunedì mattina alle 5 arriva in centro Bangkok il giovedì alle 14:30, traffico permettendo.
Su YouTube si diffonde una nuova disinformazione per sminuire le soluzioni climatiche (Inside Climate News). Ormai anche quei video di guru che ti insegnano ad approcciare le donne ti propongono: “Vuoi farti desiderare? Renditi intermittente come una rete elettrica basata sulle rinnovabili!”
L'iniziativa di molti parroci sta contribuendo alla diffusione delle comunità energetiche per condividere i benefici economici ottenuti dai pannelli solari (Il Post). Cambia anche il rituale della domenica, che si chiuderà con: “E ora scambiatevi un chilowattora!”
Nel 2023, Google Trends ha certificato un aumento esponenziale di ricerche sulla parola “ecoansia” (LifeGate). Ancor più significativi i risultati di PornHub: boom per “attivista in manette” e “giovane amatoriale incollato in autostrada”.
New York potrebbe presto unirsi a un numero crescente di Stati che includono il cambiamento climatico nei programmi scolastici (The New York Times). Prevedo l’imbarazzo della maestra quando: “Hai fatto i compiti di Clima, John?” “Ehm... sì ma... uhm, un’alluvione se li è portati via...”
Sudata fredda:
Le emissioni di CO2 da combustibili fossili in Unione Europea scendono ai livelli degli anni 60 (Icona Clima). Speranzoso anche il sindaco di Terni Bandecchi, che ora attende il ritorno della minigonna tra le colleghe del Comune.
Greenwashing, l’UE mette al bando i claim ambientali ambigui come “carbon free”, “eco” e “climate neutral” (Guardian | in ita su La Svolta ). FdI propone la stessa cosa, ma per i pronomi di genere lui/lei/loro.
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Insomma, ci vediamo presto!
Mattia