Cambio di programma
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale.
Ciao!👋 Questa settimana avrei voluto raccontarvi di una cosa divertente che farò di nuovo, e prima o poi anche voi 🦗 Ma preferisco rimandare a settimana prossima e sfruttare questo spazio per dirvi due brevissime cose sull’Emilia-Romagna e su quello che sto sentendo e vedendo a riguardo 📺
Quello che sta succedendo ha tanti perché e molti perché no.
Tra questi, l’uso strumentale dell’alluvione come “prova della bufala climatica” è a mio parere il più pericoloso. E decisamente il più esilarante.
Sul rapporto tra crisi climatica e alluvioni c’è chi dice panzane perché distratto dalla Champions, c’è chi confonde, c’è chi è confuso, c’è chi si dimentica di prendere le medicine e afferra invece la pistola. Chissà che non la scambi per uno spazzolino.
C’è chi sostiene che siccome le alluvioni ci sono state anche prima dei movimenti per il clima, allora la crisi climatica non c’entra nulla. Tesi sostenuta per altro anche da Noé, che recentemente ha twittato:
“Sono più di cinquemila anni che vi dico che la colpa è di Dio, svegliaaaaa!”
Non ho ancora trovato nessuno che si sia azzardato ad avanzare la teoria di uno scontro crossover tra Namor della Marvel e Aquaman della DC, ma sospetto che qualche ecofascista là fuori presto punterà il dito contro la nuova Sirenetta nera della Disney.

“La siccità è talmente forte che la gente romagnola annega” scriveva su Twitter Vittorio Feltri pochi giorni fa, senza sapere che, seppure con qualche passaggio omesso, la sua è una ricostruzione tutto sommato giusta della faccenda. La siccità ha sicuramente causato la prima alluvione, quella di inizio mese, che a sua volta ha creato le condizioni perché al cadere dell’immensa quantità di pioggia di questa settimana se ne verificasse una seconda. Ma appunto, sostanzialmente ci siamo. Feltri chiudeva il cinguettio così: “Basta raccontare balle sul clima.” Forse un buon proposito per l’estate?
Come lui, tanti altri bugiardi e mercanti di dubbi italiani hanno rotto gli argini dei soliti giornalacci e profili social e stanno ora esondando nei programmi in TV, da Rete 4 a La7. Un’alluvione sulle alluvioni. Sono sempre gli stessi nomi, badate, e ormai sto imparando a citarli uno a uno sulle dita delle mani, come si faceva con la formazione dell’Italia campione del mondo ’82:
Del Debbio
Porro
Giordano
Cerasa
Prodi (Franco)
Sgarbi
Cruciani
Borgonovo
Gasparri
Dragoni
Sallusti
Si propongono come eredi di Galileo, l’icona dello scienziato indipendente, il libero di pensiero, il più illuminato tra gli altri. Quello che a differenza dell’establishment dell’IPCC sa davvero cosa succede, anche se i poteri forti non vogliono fargli dire la sua verità. Anche se poi è sempre in TV a sbandierarla. O a litigare con professori universitari. O a insultare gli attivisti di Ultima Generazione, accusati tanto di terrorismo quanto di avergli rubato il cannocchiale.
Inutile dirvi che questo genere di menzogne, dette così impunemente, mi fa rabbia. L’ha sempre fatto, fin dall’epoca in cui frequentavo Margot Robbie. Ma il fatto che siano accolte da conduttori televisivi contenti di far dire la qualunque a chiunque pur di fomentare un dibattito di gente che urla ma non si ascolta, nemmeno fossero gorilla che si menano per un casco di banane, mi fa letteralmente ribrezzo. Come quando uscivo con King Kong.
State attenti e attente, perché quando si allagano gli scantinati i ratti sono i primi che spuntano fuori. E la prima cosa che fanno è incolpare gli “ambientalisti ideologici”.
Ora, io vi ho detto i nomi e i luoghi. I motivi, invece, sono gli stessi di cui parlavamo nel capitolo finale della trilogia dei 15 minuti di follia. Non vi avevo forse avvisato che ci sarebbe tornato utile?
Per fortuna, sulla questione in Emilia-Romagna c’è tanta informazione precisa a disposizione. Vi lascio un paio di link per approfondire la comprensione dell’alluvione in corso: cosa è successo, cosa è successo ma in video, se ha senso parlare di crisi climatica in questo caso e in che termini.
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Unep, si può tagliare dell'80% l'uso della plastica al 2040 (Icona Clima). Il segreto è usarla tutta per il cenone del 31 dicembre 2039.
Facciamo in modo che l'Overshoot Day l'anno prossimo non cada ancora prima (Repubblica). Anche perché per quei giorni lì ho in agenda un po’ di sano shopping.
Una Milano apripista sulla sicurezza dei ciclisti conviene a tutti, anche a Beppe Sala (Greenkiesta). Almeno finché non gli ritorna l’auto dal meccanico.
Perché siamo così vulnerabili al negazionismo climatico (Fanpage). Fabio Deotto racconta le responsabilità dei media e propone di non invitare finti esperti nei dibattiti televisivi sulla crisi climatica. “Questa è censura!” ribatte Paola Barale, in studio per spiegare le influenze solari sul riscaldamento globale.
Il Nobel Parisi: «Il climate change è un problema evidente, ma i costi per risolverlo sono altissimi e finirebbero per colpire i deboli» (Open). Per fortuna non viviamo in un mondo in cui la gente si limita a leggere i titoli degli articoli, vi immaginate il rischio di fraintendere questo?
Sudata fredda:
«I fast food del futuro? Avranno un minor impatto ambientale e saranno più attenti alla sostenibilità» (Pianeta2030). Per ogni infarto causato, McDonald’s e Burger King pianteranno 3 alberi in Nicaragua.
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Mattia