E il tuo sapor mediorientale
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale
Ciao! 👋 La puntata di oggi esce oggi, cioè lunedì, e volendo anche le prossime. Fatemi sapere cosa ne pensate rispondendo al sondaggio prima delle Breaking le news (via col televoto!) 🗳️ Questa settimana, intanto, ci prepariamo a COP28! 🇺🇳
I motori di COP28 si accenderanno giovedì, ma gli animi sono bollenti da mesi. Se l’anno scorso tenere la più importante conferenza sulla crisi climatica in un Paese come l’Egitto, che tanto coi diritti umani che con quelli ambientali ci fa la sabbietta per la lettiera della Sfinge, ci era sembrato quantomeno bizzarro, quest’anno la scelta di un Paese del Golfo, gli Emirati Arabi Uniti, cuore del potere dei combustibili fossili, è considerata decisamente fuori luogo. Soprattutto perché a presiederla è il contestatissimo Sultano Ahmed Al Jaber, che il mio razzismo di stampo disneyano non può che associare ad Aladdin, con quel sorrisetto scanzonato, quella sua duplice natura un po’ principe delle tecnologie un po’ ladro di futuro, lui che è presidente della grande azienda di rinnovabili Masdar e allo stesso tempo CEO della ancor più grande compagnia petrolifera ADNOC, lui che il tappeto volante lo usa per portarti in un mondo di incanto fatto di promesse green e impegni serissimissimi, ma quando atterra ci nasconde sotto alcuni dei piani di espansione dell’Oil&Gas più estesi al mondo.
Fin dalla sua nomina a presidente di COP28 ci siamo chiesti: cosa potrà mai tirare fuori di buono un sultano dei combustibili fossili da una conferenza che dovrebbe dichiararne l’abbandono? Chi lo conosce confida nella sua intelligenza pragmatica. Del resto è studiato, Al Jaber, ha un PhD preso in Inghilterra e si fa chiamare Dr. Sultano. Tranne nella scena dei club di Dubai, dove è noto come Professor Sballo o Cammello Di Fuoco, per una sua peculiarissima abilità che richiede un fiammifero, del gin secco e mutande ignifughe. I sostenitori dicono che saprà applicare soluzioni innovative grazie al suo mindset aziendale, tipo che gli alberi ora non verranno solo piantati ma riceveranno anche i buoni pasto. Inoltre, ritengono si farà ascoltare dai suoi pari: il mese scorso Al Jaber ha detto di aver convinto più di 20 aziende dell’oil&gas ad allinearsi al percorso di net-zero entro il 2050, eliminando le emissioni di metano addirittura questo decennio. Quando gli hanno chiesto quali e come, però, lui ha risposto:
È un marachello, il Dr. Sultano, diciamoci la verità. Nei primi anni 2000 aveva ingaggiato una grossa agenzia PR statunitense con l’intenzione di apparire più sexy agli occhi dell’opinione pubblica occidentale attenta all’ambiente. Per un momento sembrava dovesse rifarsi le tette, ma verdi, tipo She-Hulk, poi i tempi sono cambiati e hanno puntato su altro. Peccato.
Prima dell’estate 2023, il Guardian aveva scoperto che dalla ADNOC potevano accedere alle mail dell’ufficio che gestisce l’organizzazione di COP28, che è come se il tuo dentista avesse accesso al tuo account Amazon e ti ordinasse pacchi su pacchi delle tue caramelle preferite. Sempre il Guardian aveva rivelato come il team di Al Jaber avesse tentato di modificargli la pagina Wikipedia per minimizzare i riferimenti agli investimenti nell’espansione dei combustibili fossili ed evidenziare, invece, il suo presunto amore per le rinnovabili. E già che c’erano, cambiargli la data di nascita per svecchiarlo di una decina d’anni e aggiungergli perfino qualche centimetro alla statura. Cosa che, sinceramente, io capirei anche: chi non vorrebbe avere una pagina Wikipedia lusinghiera? L’importante però è che sia credibile, se no ti sgamano subito. Come è successo a me quando ho fatto l’errore di attribuirmi il traguardo di essere diventato il primo presidente nero degli Stati Uniti d’America.
Per molti osservatori, COP28 e il suo presidente rappresentano il momento della verità per l’industria del fossile: nel mese in cui il pianeta ha superato per la prima volta, seppur momentaneamente, la soglia dell’aumento delle temperature medie globali di 2°C, ci dovrà dimostrare se può stare dalla parte dell’umanità o no. Secondo Al Jaber la risposta è sì, anzi le aziende come la sua “hanno un ruolo centrale” nella risoluzione della crisi climatica - del resto, non puoi dire no more fossil fuels! senza dire fossil fuels. E centrali veramente lo sono stati finora, visto che secondo l’analisi della campagna Kick Big Polluters Out, negli ultimi venti anni i rappresentanti di questa industria hanno partecipato agli incontri climatici delle Nazioni Unite almeno 7200 volte. Figuriamoci, ormai sapranno le battute a memoria. Tra l’altro, dal 2003 Shell ha portato 115 rappresentanti, ENI 103, classificandosi seconda tra le fossili per numero di presenti. È proprio vero che dove vai vai, è sempre pieno di italiani.
Questo sovraffollamento di agenti di carbone, gas e petrolio rallenta ogni decisione indirizzata a mitigare il riscaldamento del pianeta. E visto che i rappresentanti dell’industria fossile comprano i biglietti come comitiva, i posti per la società civile finiscono in fretta. Per la gioia degli organizzatori che già hanno chiaramente invitato i partecipanti a non protestare. Sembra infatti che gli unici che potranno entrare con i cartelli saranno i guru del digital marketing brianzoli che insegnano come si può finire a fare la bella vita a Dubai su YouTube. Tutti gli altri saranno costretti ad aspettare fuori, insieme ai lavoratori immigrati dall’Africa e dall’Asia che stanno rischiando la vita per preparare i padiglioni nel caldo del deserto, come era successo in Qatar per i mondiali di calcio. “Ma noi siamo così,” ha spiegato l’art director di COP28, “prendiamo ispirazione dalle cose che funzionano e le riproponiamo.” Per far presa sul pubblico italiano, infatti, sembra che presto daranno pubblicamente del depresso a Fedez.
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Così l'Italia ha salvato i fast-food e l'industria degli imballaggi monouso (Europa Today). La M di Made In Italy è quella del McDonald’s.
Dall’anno scorso, gli aerei privati di 200 celebrità e miliardari hanno accumulato un tempo di volo per il totale di 11 anni (Guardian). A questo punto saranno ormai arrivati su Venere.
Nel giorno in cui il mondo (momentaneamente) superava per la prima volta i 2°C di anomalia delle temperature, una fan di Taylor Swift è morta al concerto di Rio (Il Post). La cantante ha posticipato la data successiva perché mette “al primo posto salute e sicurezza di staff e pubblico”. La promessa: il tour riprenderà entro il 2050.
Le morti per caldo aumenteranno del 370% ma possiamo evitarlo (La Svolta). Come? Chiedilo al tuo partner che ti ruba le coperte ogni notte.
Perdita di quasi 4 milioni di litri di petrolio nel Golfo del Messico, nuova minaccia per la fauna locale (LifeGate). Un motivo per passare alle rinnovabili: qualora le pale eoliche dessero fastidio ai pesci, basterà girarle fisse su quelli che hanno più caldo.
Dal granchio blu nanomateriali intelligenti per cerotti, pellicole e smalti (Green and Blue). E tutto a prezzi onestissimi!
Stati Uniti: la transizione energetica ha più di un nemico (La Svolta). E probabilmente nasconde armi chimiche.
Buone notizie per la scimmia leonina: i "corridoi verdi" la stanno salvando (Green and Blue). Soprattutto da quando hanno cambiato la lampadina e tolto quella console spigolosissima.
Gli attivisti di Ultima Generazione che si erano incollati alla teca della “Primavera” di Botticelli agli Uffizi di Firenze non saranno processati perché «il fatto non sussiste» (Il Post). Tirano un sospiro di sollievo anche i Cugini di Campagna dopo il blitz a Mattarella.
Sudata fredda
Il nuovo presidente argentino nega la causa umana della crisi climatica (Linkiesta). Rispetto al vicino brasiliano Lula, che ha ridato speranza alle sorti dell’Amazzonia, Javier Milei ha più volte dimostrato una totale ostilità alle cause ambientali. Però bisogna essere onesti: sul dribbling non ci sono paragoni.
L’1% più ricco della popolazione mondiale inquina più del 66% più povero (Guardian | in ita su AGI). Non solo solito vantarmi, ma ragazzi quanto cazzo siamo forti?
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Insomma, ci vediamo presto!
Mattia
Che mattacchioni quei due lì sopra!
Li vedrei bene come consiglieri del mio condominio.
E vediamo se miglioriamo le % di raccolta differenziata.