Papale papale
Ride verde chi ride ultimo - Con Papa Francesco perdiamo una voce per il clima
Papa Francesco è tornato alla casa del padre.
Che però aveva trasformato la sua vecchia cameretta in uno studiolo.
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📰 BREAKING le NEWS🌍
Polinesia, scoperti dei “super-coralli” capaci di resistere al caldo (LifeGate). La cosa incredibile è che lo fanno senza lamentarsi, ma nemmeno una volta.
Quale impatto hanno gli incendi in Amazzonia sul ghiaccio marino in Antartide? (Icona Clima). Enorme, soprattutto se si accorgono di quella nuova offerta sui voli estivi.
SUDATA FREDDA:
Violando la giurisdizione ONU, Trump ha firmato un ordine esecutivo che autorizza l’estrazione mineraria dai fondali marini (Il Post). Evidentemente non aveva ancora toccato il fondo.
Avremo un altro papa climatico?
In questi giorni ho letto mille approfondimenti sull’impegno militante nella questione ambientale di Papa Francesco, e più ci penso più mi rendo conto che come capo della religione cattolica non deve essere stato affatto banale. La tradizione religiosa vede l’uomo come dominatore delle altre specie, sopra all’intero Creato e seduto alla destra di Dio, da dove si vede benissimo la TV. Eppure, il pontificato di Francesco ha stravolto questa narrazione, provando a mettere l’essere umano in mezzo all’ecosistema, in mezzo alla natura, perfino quando pioveva. Lo hanno definito “il primo papa climatico della storia”, e non a caso molti negazionisti, inattivisti e profitattori dell’attuale sistema basato sul fossile si sono spesso rifiutati di riconoscere la sua legittimità come pontefice.
“Tutte cazzate!!! Il clima è sempre papato!!!”
Papa Francesco è stata indubbiamente una delle voci di alto livello dell’azione ambientale, insieme a Greta Thunberg, Al Gore ed Elisa, anche se lei non lo ha mica invitato per un featuring nel suo album di duetti (invidiosa). Tanti riferimenti alla crisi ambientale nelle sue omelie, nelle sue uscite pubbliche, tanta l'influenza su un pubblico enorme ed esterno alla “bolla” dell’ambientalismo. Vedi mia nonna: non si è mai persa un suo Angelus la domenica su Rai 1, nemmeno quando doveva ancora finire di nascondere pezzi di carne nel pranzo che avrebbe servito a mia sorella vegana. Tanti i summit e le conferenze organizzate e il dialogo con la scienza. Senza contare poi i piccoli gesti quotidiani, simbolici e pratici: dai pannelli solari fatti installare sui tetti di vari edifici in Vaticano, alla regola di chiudere l’acquasanta mentre ti fai il segno della croce.
Nel 2015, pochi mesi prima della COP di Parigi e ben 38 in anticipo sul primo sciopero per il clima, Papa Francesco emanò la sua enciclica dal titolo Laudato si’, un denso testo di 183 pagine sulla “cura della nostra casa comune” rivolto a tutti i sacerdoti cattolici. Che, un po’ scettici, la inoltrarono alle perpetue accompagnandola con commenti sprezzanti del tipo: “Hai voluto usare i soldi delle offerte per il Dyson nuovo? Ora cura la casa comune! Soprattutto negli angoli della sagrestia, che è ridotta a un inferno…”
In quel testo si parlava di clima, ma soprattutto del potere economico che lo voleva rovinare e delle ingiustizie sociali da dovere risolvere per raggiungere un vero nuovo equilibrio sostenibile. Da quell’enciclica nacque un movimento che oggi conta più di 10.000 animatori, punto di riferimento per molte comunità cristiane; meno, per chi in vacanza vuole solo riposare. Pensate che anno fu il 2015! Il Papa che si schierava contro il sistema capitalistico di produzione-consumo incontrollata, la COP21 che generava l’Accordo di Parigi, tutti i Paesi del mondo che sottoscrivevano l’Agenda 2030 e Il Volo che vincevano Sanremo. 10 anni dopo davvero sembra tutto andato a rotoli. Peggio ancora, Il Volo fanno ancora concerti.
Nel 2020, pubblicò Querida Amazonia, un’esortazione alla protezione di questo ecosistema e alla valorizzazione delle comunità indigene come vere protettrici della Terra - riconoscimento che la diplomazia internazionale avrebbe posto nero su bianco solo a COP16 sulla biodiversità, a novembre 2024. Nuovamente non banale, considerato che erano almeno 500 anni che i nativi dell’Amazzonia non si fidavano di un gesuita. E poi ancora nel 2023, prima della COP di Dubai, un nuovo testo, Laudate Deum, un’esortazione ricca di dati e di richiami alla necessità di un’azione urgente, decisa e ancora troppo respinta. Questa volta accusava direttamente i grandi decisori politici e industriali che portavano avanti la narrazione anti-green, una logica “mascherata da razionalità, progresso e promesse illusorie”. Perfino Silvan e Giucas Casella si sentirono chiamati in causa. Con un tono asciutto e forte, in Laudate Deum Francesco esponeva le fake news e le barriere all’azione climatica, l’avarizia delle aziende inquinanti e i sopprusi dei ricchi verso i poveri. La rabbia era tale che pare che inizialmente il titolo avesse un’altra parola, al posto di Laudate.
Credenti o meno, noi che in crisi ecologica ancora dobbiamo rimanerci usciamo dalla Pasqua senza un alleato importante. E coi prezzi folli delle uova di cioccolato e delle colombe, abbiamo anche meno strumenti con cui consolarci. Avremo mai un Papa Francesco II, un nuovo papa climatico? Tocca pregare di sì. Perché sarà che questa ondata di interesse social per i cardinali del conclave puzza di FantaPapato (io per ora mi sono messo in squadra Pizzaballa, Zuppi, Ambongo Besungu perché sembra un nome inventato dal Gabibbo, e Tarcisio Isao Kikuchi in quota asiatica), ma ho come la sensazione che chiunque vincerà sarà allineato ai tempi che corrono. Per cui non mi stupirei se il motto del prossimo pontefice fosse qualcosa come:
“Make Umbria Stato Pontificio Again”
🎲 Sosteniquiz!
La domanda della scorsa puntata era: “Cosa rende questo cibo così sospetto agli occhi del cane?”
Risposta giusta: È fatto con carne coltivata
La cosa più ironica è che il cane è del Ministro Lollobrigida. In realtà no, magari, però si tratta di uno dei (pochi) passi fatti dalla carne coltivata verso il mercato — in questo caso, a Londra e per un piccolo test commerciale. Ma che fine ha fatto la carne coltivata? Quando la vedremo sugli scaffali? Ne ho parlato su LifeGate.
👏 La metà di voi ha indovinato!
💭 Nella prossima puntata una nuova domanda, non mancate!
🍿 Un pop di clima qua?
Si chiama For Those That Wish to Exist il nono album degli Architects, band metal inglese. I testi delle 15 tracce di questo album del 2021 parlano del pianeta che cambia, della distruzione ambientale e del ruolo degli umani in tutto ciò. Però urlato tra chitarre elettriche e batterie. Per chi proprio fatica ad aprire le orecchie.
👉E tu hai film, serie TV, romanzi, canzoni, artisti che fanno riferimenti gustosi a clima e ambiente? Segnalameli e li proporrò nella prossima puntata!
Ciao, io sono Mattia Iannantuoni e questa è la fine di Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale.
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