Pizze in faccia
Ride verde chi ride ultimo, la rassegna di riflessioni, notizie e pensieri comici sulla crisi climatica e ambientale.
Ciao!👋 Questa settimana è un po’ Ligabue 💤🌙🌡️ Settimana prossima invece pausa - poi torniamo per la celebrazione di un anno di Ride verde chi ride ultimo e annunci importanti! 🥳
Da qualche notte non riesco a dormire. Mi giro e mi rigiro, sbuffo, mi fidanzo e mi lascio con il cuscino, sbuffo di nuovo, mi alzo, bevo, mi sdraio, niente. Un attimo, un lungo attimo immobile e scomodissimo. Poi la sveglia strilla le sette. Non faticavo tanto ad addormentarmi dai tempi in cui facevo didattica al PoliMI. Ma all’epoca era il brusio degli studenti in aula che me lo impediva.
Il motivo principale per cui non riesco a dormire in questi giorni è il caldo. Un caldo inedito. Giugno è stato il giugno più caldo mai registrato a livello mondiale. Questo lunedì il giorno più caldo mai registrato. Come se avessimo davvero bisogno di una scusa in più per odiare l’inizio di settimana. Poi sono arrivati martedì e mercoledì e lo hanno battuto, a parimerito. È un problema, soprattutto perché i climatologi hanno finito le medaglie.
Ha fatto così caldo che il mio frigorifero mi ha chiesto un aumento. Ha fatto così caldo che il Mediterraneo si è preso qualche giorno di ferie per cercare frescura nella sua casa al lago. Su una scala che va dalle temperature normali di inizio estate alle lingue di fuoco dell’Apocalisse, il caldo di questi giorni è settato sul livello “Shakira di Hips don’t lie nel 2006”. La temperatura media globale registrata a metà settimana è stata di 17.18 °C, ben oltre i 16,92°C raggiunti nel precedente record storico del 2016. “Ma potrebbe sempre andare peggio,” avvisa Piqué.
Il caldo tormenta le mie notti perché il sonno e la temperatura vanno a letto insieme. Ce lo dice la scienza, anche se in ufficio lo sapevano già tutti quanti: quando ci troviamo in una temperatura ambiente lontana da quella ideale (che sarebbe 22-23°) si riducono le fasi necessarie del sonno, quella a onde lente e la REM. Ciò significa che ci svegliamo male, stanchi, con scarsa memoria, più inclini al rischio e meno a prendere decisioni sensate. Roba che a colazione nei cereali versiamo direttamente la vodka, poi ci mettiamo le mutande sopra i pantaloni e a scuola ci accompagniamo il cane.
“Ma questo non è suo figlio!”
“Si figuri, non è nemmeno il mio cane…”
Il caldo che aumenta porta più zanzare, che con la siccità sembravano sparite e invece stavano solo aspettando al bar. Le zanzare sono l’animale che uccide più persone a livello mondiale, lo sapevate? Perfino più dei serpenti velenosi, perfino più dei koala. Giocando a mischiare il sangue di individui diversi, sono un efficace vettore di malattie, alcune delle quali nemmeno più considerate in certe parti di mondo: il mese scorso, negli Stati Uniti le zanzare hanno causato 5 morti per malaria. Non accadeva dal 2003. Un koala al massimo ti attacca il raffreddore starnutendoti in faccia, però poi chiede scusa.
Le zanzare sono un altro dei motivi per cui non dormo. Un po’ per il fastidio, che mi costringe a darmi schiaffoni alla cieca ogniqualvolta un zzzz mi sfiora le orecchie. Un po’ per il prurito, che mi fa grattare simultaneamente la puntura sulle dita dei piedi e i gioielli di famiglia onde evitare, scaramanticamente, un’eventuale botta di febbre del Nilo occidentale. Ma soprattutto, vedete, a causa di una profonda, ossessionante paura dei vampiri che ho nutrito fin da bambino. Il primo incubo di cui ho memoria è di questo conte Dracula con un testone gonfio come il pallone di una mongolfiera (e con il corpo grosso, in prospettiva, quanto il suo cesto) che apre la finestra del balcone della stanza dei miei genitori e mi rapisce dal lettino, lasciandomi sospeso e incapace di urlare. Le zanzare di notte in qualche modo attingono a quello stesso immaginario. Vogliono il mio sangue e invece che sul collo, mi mordono ovunque - meno romantico ma più movimentato, come in un’orgia. Ficcare loro un paletto di frassino nel cuore è un’impresa, e ormai ho finito gli stuzzicadenti. Disperato, mi affido a vecchie dicerie tradizionali. Ultimamente ho perfino iniziato a grattugiarmi uno spicchio d’aglio sul corpo come fossi una bruschetta, e devo dire che inizio a vedere risultati incoraggianti: queste piccole vampire ronzanti mi pungono meno. Ma adesso di notte mi entrano dalla finestra i pugliesi.
Il caldo mi scombina i ritmi e non riesco a dormire bene anche perché sto mangiando in modo irregolare. L’altra sera ho cenato con una pizza del kebabbaro presa a mezzanotte. Dieci minuti prima che mi mettessi a letto, lei si era già messa comoda sul divano nel salotto del mio stomaco. “Andiamo a dormire, Margherita?” “Vai pure caro, io prima finisco una puntata di The Ferragnez 2.” Non ha fatto neanche lo sforzo di mettersi le cuffie.
La mia non è certo l’unica pizza indigesta di queste settimane. A New York il caldo fa impazzire la destra conservatrice, che non potendo prendersela con il caldo perché vorrebbe dire contraddire le proprie posizioni negazioniste, prova a far scoppiare una nuova guerra culturale anti-ecologista. Dopo quella dei fornelli a gas e quella della città dei 15 minuti, piena di gente che va a lavoro in bici tranne quando ordini tu su Deliveroo, il nuovissimo casus belli climatico dell’estate è la pizza di New York. In breve, nelle scorse settimane il New York Post ha riportato (maliziosamente?) male una non-notizia, ossia l’entrata in vigore di una norma che chiede alle pizzerie della città di installare un aggeggino che limiti i fumi esausti dai forni a legna e a carbone. La norma risale al 2016 e fu decisa con l’obiettivo di impedire al particolato di inquinare l’intero quartiere e finire per causare asma, infezioni e cancro ai suoi abitanti. Con le emissioni di gas climalteranti, con la crisi climatica, c’entrava tanto quanto le patatine fritte sulla pizza coi wurstel: nulla. Eppure il NY Post l’ha raccontata come una nuova stretta allo stile di vita americano per perorare le ambizioni di riduzione della CO2. Una manipolazione distorta per menti impaurite, insomma. Esattamente come le patatine fritte sulla pizza coi wurstel.
L’articolo ha dato il via al solito “scandalo ambientalista” sui soliti canali di disinformazione con i soliti volti al soldo delle lobby fossili di cui qui parliamo di solito. Un “Pizzagate” contro i burocrati della città di NY che vorrebbero portare via l’amatissima pizza cotta a legna per proseguire nella loro folle “crociata climatica”. È chiaro che, come opinione pubblica, gli americani abbiano sbagliato qualcosa. Come può scoppiare tanta caciara per una semplice pizza margherita? Avessi detto una tonno e cipolle…
Per altro, l’aggeggino richiesto dalla norma è stato inventato una trentina di anni fa in Italia, le nostre pizzerie lo usano e non è che i pizzaioli nostrani siano tutti tutti tutti dei liberal di sinistra assoggettati alle lobby ambientaliste. Fate conto che la pizzeria più rinomata del mio quartiere te le serve su un piatto di bronzo e travertino, per poi tagliarle con un gladio.
Ma diamo la colpa, nuovamente, al caldo. La verità è che difficilmente ritroverò il mio sonno senza ricorrere a ventilatori. E in futuro, forse, a un climatizzatore. Ma solo se sarò fortunato, perché il climatizzatore è l’oggetto che più di qualsiasi altra cosa concretizza l’ingiustizia climatica: chi la causa, probabilmente ha anche i mezzi per proteggersi meglio da essa. A meno che non gli rubi le batterie del telecomando.
Fino a quel momento, suderò per ogni nuovo record infranto. Già oggi per trovare sulla Terra la temperatura di questi giorni bisognerebbe tornare indietro di 120.000 anni, ma chi ha voglia di farsela a piedi fino a lì? Anche perché abbiamo davanti una lunga estate, e poi lunghi anni di caldo accentuato da El Niño, un fenomeno climatico legato all’anomalo riscaldamento delle acque del Pacifico tropicale e che ha ripercussioni importanti sulle temperature e le piogge del mondo. Questa primavera si era ufficializzato il suo ritorno e previsioni dicono ci porterà probabilmente a superare a più riprese la soglia dei +1,5°C nei prossimi 5 anni. Secondo i metereologi le ondate di calore di queste settimane non sono ancora legate a quel piccolo stronzetto, tuttavia presto inizierà a rubarci la tranquillità. Del resto, è sempre così: quando arriva un nuovo bambino, la notte non si dorme.
Via con la rassegna di notizie lievemente riadattate.
📰 Breaking le news
Perché gli oceani si riscaldano così in fretta? Scienziati divisi (La Svolta). Da un lato quelli che cercano le cause nell’inquinamento navale, dall’altro quelli che fanno pipì in acqua.
La crescente infertilità maschile è legata anche all’inquinamento ambientale (Greenkiesta). Be’, prova tu a mantenere un’erezione sapendo che tutte le altre specie dell’intero pianeta ti odiano.
Glifosato, l’EFSA conferma i rischi ma dà l’ok alla vendita (Lifegate). Il prodotto di punta della Monsanto, al centro di cause da decenni, resterà in commercio poiché pericoloso per una serie di utilizzi ma non per la “totalità” degli usi possibili. Spiegano le autorità: “Come veleno è sicuro al 100%!”
I ricercatori hanno scoperto che le microonde come quelle dei forni in cucina facilitano il riciclo dei pannelli solari (Anthropocene). L’obiettivo ora è riuscire a chiudere lo sportello.
I pescatori puliscono i fondali nello stretto di Messina (Ansa2030). Da punizione definitiva a iniziativa ambientale, ecco la transizione ecologica di Cosa Nostra.
Japan Airlines avvia un esperimento per ridurre la CO2: i passeggeri potranno alleggerire il bagaglio noleggiando i vestiti sul posto (Fanpage). Ondate di turisti europei vestiti da assistenti di volo per le strade di Shibuya.
Come procede il piano della Nuova Zelanda per liberarsi dei ratti? (Il Post). Secondo il nostro inviato squit! squit!
I lupi, come i cani, riconoscono la voce di persone a loro familiari (Green&Blue). “E questo urlo, chi era?” “La mia cena.”
Mobilità urbana sostenibile: a che punto siamo in Italia? (La Svolta). Ancora al parcheggio, ma voi iniziate ad andare.
Sudata fredda:
Il Piano per l'energia e il clima presentato dal ministro Pichetto Fratin a Bruxelles non convince gli ambientalisti (Green&Blue). Un motivo tra tanti: è solo immagini.
Inutili e dannosi. Ma il governo ama i biocarburanti (Domani). “Che ci possiamo fare, ci ricordano noi da giovani!”
A chi non piace la Nature Restoration Law europea che vuole salvare la biodiversità? (Green&Blue). A tutti quelli che hanno alzato il braccio destro in europarlamento per rispondere a questa domanda.
Questo era Ride verde chi ride ultimo!
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Mattia